Milano, 5 ottobre 2015 - E' di 600mila euro il risarcimento chiesto dalle parti civili nel processo milanese a carico di dieci ex dirigenti Pirelli accusati di omicidio colposo e lesioni gravissime in relazione a 28 casi di operai morti o che si sono ammalati di forme tumorali a causa dell'amianto dopo aver lavorato negli stabilimenti milanesi dell'azienda tra la fine degli anni '70 e la fine degli anni '80.
In particolare hanno chiesto 250 mila euro Medicina Democratica e 210 mila euro l'Associazione italiana esposti amianto (Aiea), rappresentati dall'avvocato Laura Mara, 100 mila euro i familiari di una delle vittime e 15 mila euro un lavoratore ammalato. Hanno proposto al giudice di condannare gli imputati e i responsabili civili a risarcire i danni anche la Cgil e il Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro, sottolineando nel secondo caso che la somma stabilita dal Tribunale "verrà impiegata per la tutela e la promozione del diritto alla salute e al conseguimento della salubrità degli ambienti".
Il processo alla quinta sezione penale del Tribunale di Milano è stato rinviato al prossimo 19 ottobre, quando inizieranno gli interventi delle difese. Nelle scorse udienze il pm di Milano Maurizio Ascione aveva chiesto condanne da 4 anni e mezzo fino a 9 anni di reclusione per 7 ex dirigenti della società e l'assoluzione per altri tre imputati. Lo scorso 15 luglio tutti gli ex manager avevano già avuto dal Tribunale di Milano condanne fino a 7 anni e 8 mesi di reclusione nell'ambito del primo filone del procedimento, con al centro la morte di una ventina di altri operai impiegati negli stabilimenti di viale Sarca e via Ripamonti.