Milano, 31 marzo 2016 - Quasi 200mila stranieri studiano nelle università milanesi. Ma nessuno può vederli. Perché gli stessi, pari, per dare un’idea, all’intera popolazione di Brescia, in aula non mettono mai piede. Stiamo parlando infatti degli studenti virtuali, ovvero degli iscritti ai Mooc, i Massive online open courses, tradotto: corsi online specifici messi a disposizione dalle singole università. Gratis. Per studenti di tutto il mondo. L’università a portata di clic, partita in sordina pochi anni fa, oggi raggiunge cifre da capogiro. Chiunque può diventare studente e scegliere il momento per collegarsi e ascoltare le lezioni. Alla fine, test e attestato. Al Politecnico le 282mila visite al portale www.pok.polimi.it provengono da 150 Paesi in tutti i continenti. «I corsi di maggior successo – spiegano da piazza Leonardo – sono Matematica e Fisica: 9mila iscritti ognuno e sono alla nona edizione».
Secondo i dati trasmessi dall’ateneo, dominano gli studenti italiani (circa 250mila), seguiti da americani (3.569), spagnoli (2.825), britannici (2.232), francesi (1.597), tedeschi (1.335) e indiani (1.261). In realtà i contatti da server all’estero potrebbero venire da italiani emigrati. I numeri sono comunque alti. Ora sono partiti nuovi Mooc come «To flip or not to flip», in inglese, per favorire gli scambi dei docenti italiani con i colleghi internazionali sulle nuove metodologie didattiche, o «BetOnMath for Citizens. Scommetti sulla matematica», percorso che aiuta a svelare le insidie del gioco d’azzardo presentando in modo semplice ed intuitivo la matematica che ne governa il funzionamento. La piattaforma tecnologica di base è una personalizzazione di Open-edX, la piattaforma nata da una joint venture tra Mit e Harvard. Alla Bocconi i Mooc sono prodotti dal Beta, Bocconi Education and Teaching Alliance, il centro che si occupa di innovazione. Sono in inglese (uno anche in spagnolo) e vengono distribuiti attraverso la piattaforma https://coursera.org/bocconi. Su 162mila utenti, «la percentuale di stranieri si aggira intorno al 95%», dicono da via Sarfatti: circa 154mila quindi. «Nazioni più rappresentate – aggiungono – Usa, India e Regno Unito». I Mooc più “frequentati” sono «Management of Fashion & Luxury Companies» (76mila studenti a oggi) e «International Leadership and Organizational Behaviour» che finora ha raccolto più di 34mila studenti.
Alla Cattolica c’è attenzione al management e alle virtù del digitale, ma anche alle discipline letterarie. È così che lo scorso autunno il corso dedicato ai rapporti tra la poesia di Charles Baudelaire e la città di Parigi, «Poesia e città» ha avuto una versione digitale, filmata, “montata” e messa online sul portale Mooc di Blackboard. Il Mooc, prevalentemente in lingua francese, ha avuto quasi 200 corsisti da tutto il mondo, dal Sudafrica al Canada fino alla Thailandia. In largo Gemelli, il corso online più richiesto è «Peer & Media Education», 530 iscrizioni.