Milano, 2 marzo 2011 - Il presidente Formigoni lo aveva detto qualche settimana fa, in piena emergenza smog: «Il Governo rediga il Piano nazionale per la qualità dell’aria». Ieri, la richiesta è stata ribadita con forza dagli assessori all’Ambiente del Bacino Padano, che hanno inviato una lettera al ministro Stefania Prestigiacomo: «Abbiamo sollecitato più volte una legge che comprenda misure e risorse per la riduzione del Pm10 e degli ossidi di azoto».
Le Regioni del Nord (Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Province autonome di Bolzano e Trento) vanno alla guerra contro lo smog. E presto daranno vita alla «Low emission zone» più estesa al mondo: «Abbiamo messo a punto una bozza di “zonizzazione” omogenea - annuncia l’assessore regionale Marcello Raimondi - così da poter adottare le stesse politiche anti-inquinamento nelle aree con peculiarità simili». In pratica, la Pianura Padana stabilirà parametri comuni da rispettare e misure condivise da adottare per ridurre i livelli di polveri sottili nell’atmosfera: «Ovviamente, tutto dipenderà dalle scelte del Governo». D’altro canto, incombe la procedura d’infrazione dell’Unione Europea: nel mirino, gli sforamenti continui dei limiti consentiti di Pm10.
Nella missiva, c’è spazio anche per l’Ue: «Occorre che in ambito comunitario - prosegue Raimondi - vengano riconosciute quelle caratteristiche peculiari del Bacino padano che rendono molto difficile il conseguimento degli obiettivi di qualità dell’aria». Obiettivi che richiedono «investimenti specifici che non possono essere sostenuti solo da Regioni e Stato». Inoltre, l’Europa dovrebbe rivedere alcuni provvedimenti contraddittori come gli incentivi per i diesel: «Così si riducono le emissioni di anidride carbonica ma si aumentano quelle di Pm10». E ancora, bisogna confrontarsi sulle politiche legate alla combustione della biomassa, che confliggono, ad esempio, con il divieto di bruciare legna in Lombardia nei mesi invernali al di sotto dei trecento metri di altitudine.
Il vertice interregionale ha anche dato vita a una segreteria tecnica permanente, che coordinerà i lavori dei singoli enti locali nei prossimi mesi. Ultima annotazione sul fronte Pirellone: il Tribunale di Milano ha dichiarato «inammissibile» il ricorso del Codacons contro i provvedimenti regionali che concedevano contributi per l’acquisto di filtri antiparticolato proprio sui veicoli alimentati a diesel. «Provvedimenti robusti sul piano formale e sostanziale - il commento di Formigoni - e solo qualche sprovveduto si ostina a non capirlo». Intanto, ieri si è riunito anche il tavolo tecnico sull’aria di Palazzo Isimbardi, con il presidente Guido Podestà e i primi cittadini dei principali Comuni dell’hinterland; per Milano, c’era il vicesindaco Riccardo De Corato. I tecnici hanno preso in esame una proposta della polizia stradale per favorire il rispetto del limite di 70 chilometri orari sulle tangenziali (che resterà in vigore fino al 15 marzo): due pattuglie dovrebbero affiancarsi, stile safety car in un Gran premio di Formula Uno, per dissuadere gli automobilisti indisciplinati; a giorni potrebbe partire una sperimentazione. «Penso che più delle multe (150 circa nella prima settimana, ndr) - ha chiarito Podestà - il senso civico dovrebbe indurre tutti a contribuire alla salvaguardia della salute». Accantonata, invece, l’ipotesi targhe alterne: i primi report sull’esperimento condotto nel Bresciano avrebbero evidenziato un impatto trascurabile sulla qualità dell’aria (polveri sottili ridotte del 4-5%). Confermato, infine, l’impegno a sensibilizzare i cittadini sull’importanza della lotta all’inquinamento e a ridurre a 19 gradi la temperatura negli edifici pubblici.
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