Milano, 11 maggio 2011 - Inizia oggi in tribunale a Milano il processo alle cosche della ‘ndrangheta colpite nel luglio scorso alla maxi operazione ‘Infinito’ condotta dalla Dda milanese, guidata da Ilda Boccassini, che ha portato a oltre 170 arresti nella sola Lombardia. Tra i 39 imputati che hanno scelto il rito ordinario, altri 119 verranno giudicati con il rito abbreviato a partire dal prossimo 9 giugno.

C’è  anche l’ex direttore della Asl di Pavia, Carlo Chiriaco. Secondo l’accusa lui sarebbe stato un elemento di raccordo tra gli esponenti della ‘ndrangheta e alcuni esponenti politici. Tra gli imputati che verranno giudicati dal collegio dell’ottava Sezione penale presieduta da Maria Luisa Balzarotti ci sono anche l’ex capo della ‘ndrangheta in Lombardia, Giuseppe ‘Pino’ Neri, Vincenzo Novella figlio del boss Carmelo ucciso nel 2008 e Ivano Perego della Perego General Contractor.

In tribunale sono arrivati anche i giovani dell’associazione ‘Ammazzateci tutti’. Assieme ai giovani esponenti dell’associazione, presieduta in Lombardia da Massimo Brugnone, ci sono anche i ragazzi del liceo artistico milanese di Brera. I giovani indossano le caratteristiche magliette con su scritto ‘E adesso ammazzateci tutti’. Inoltre per assistere al processo sono arrivati anche i rappresentanti di alcune associazioni antimafia lombarde, come ‘Qui Lecco Libera’.

 

COMUNE DI PAVIA - "E’ importante essere presenti nel processo, quando in realtà territoriali sono presenti questi fenomeni di infiltrazione", ha spiegato l’avvocato Gianluigi Tizzoni, che rappresenta l’amministrazione comunale pavese, che chiederà di potersi costituire parte civile nel processo. Tra gli imputati oggi a processo c’è infatti anche l’ex direttore della Asl di Pavia Carlo Chiriaco che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato "elemento di raccordo tra alti esponenti della ‘ndrangheta lombarda" e alcuni "esponenti politici". Stando alle indagini, inoltre, Chiriaco, finito in carcere nella maxi-operazione, avrebbe anche procurato "voti della ‘ndrangheta a favore di candidati in occasione di competizioni elettorali comunali e regionali". A processo  anche Giuseppe ‘Pino’ Neri, che era a capo della ‘locale’ della ‘ndrangheta di Pavia, nonchè capo della struttura di vertice della ‘ndrangheta in Lombardia.
 

 

NO ALLE TELECAMERE - La procura generale di Milano ha “sfrattato” le telecamere della Rai dall’aula grande al primo piano. Le telecamere erano in attesa dell’inizio dell’udienza e della decisione dei giudici sulla possibilità di riprendere le fasi del processo. Ma la procura generale come era già accaduto in occasione del processo a Silvio Berlusconi per il caso Ruby ha scelto di tenere lontani i cineoperatori con le loro apparecchiature.

Proprio oggi è programmata la riunione della commissione manutenzione che dovrà fornire un parere sulle telecamere in aula al processo Ruby il prossimo 31 maggio. Ma poi toccherà sempre alla procura generale la decisione in merito.  In sostanza le telecamere non sembrano aver molte speranze di poter riprendere il processo Ruby e a questo punto nemmeno quello alla ‘ndrangheta.