Milano, 3 luglio 2011 - Stefano Boeri, assessore comunale all’Expo, Vicente Loscertales, segretario generale del Bie, ha ribadito che i lavori devono iniziare entro ottobre, altrimenti l’evento è a rischio. I cantieri partiranno entro quel mese o c’è il rischio di nuove sorprese?
«Non possiamo derogare alla scadenza. Entro luglio sarà lanciata la gara per la rimozione delle interferenze, su questo è in corso una Conferenza dei servizi, ed entro ottobre partiranno i lavori sul sito: non c’è altra scelta, bisogna partire. A novembre, poi, sarà indetta la gara per la piastra, per dotare il sito delle reti e delle forniture necessarie all’evento».
Anche qualora i lavori partano a ottobre, tre anni sono sufficienti per realizzare quanto previsto sul sito o c’è il rischio che si debba rinunciare a qualcosa? E, nel caso, quali realizzazioni oggi previste potrebbero saltare?
«I tempi sono stretti, lo sappiamo tutti. Ma sufficienti. L’ostacolo della proprietà delle aree è stato superato, finora è stato questo il problema che ha complicato la tempistica dei lavori».
L’acquisto delle aree da parte della Newco sarà perfezionato entro il 5 agosto. Nel frattempo, però, Il Comune deve approvare lo statuto della nuova società, per ora composta solo dalla Regione, e la variante che trasformi la destinazione delle aree da agricola a edificabile. Palazzo Marino ce la farà entro ottobre?
«Sono due passaggi delicati, è vero, ma ce la faremo sicuramente. Anche in questo caso, non c’è altra scelta».
La nomina di un nuovo commissario straordinario all’evento da paerte del governo, dopo le dimissioni annunciate da Letizia Moratti, è indispensabile, secondo lei?
«Il regolamento di Expo non prevede questa figura. Le ultime Esposizioni si sono tenute senza un commissario strardinario con poteri quali quelli attribuiti a Letizia Moratti. Il regolamento prevede, invece, la figura di un commissario generale, quale Beniamino Quintieri a Shangai, solitamente scelto tra il personale del ministero degli Esteri, che tenga i rapporti tra il governo nazionale e i governi dei Paesi partecipanti, un commissario che faccia da facilitatore, un lavoro oscuro ma, questo sì, davvero fondamentale. Ci sono molte persone capaci che possono ricoprire questo ruolo».
Dipendesse da lei, chi candiderebbe a commissario generale, nomina che dovrà esser fatta entro l’anno?
«Non ho in mente un nome in particolare».
Giuseppe Sala, amministratore delegato della Sopa che gestisce l’evento, punta su un Expo della tecnologia. Il sito, ha detto l’ad, dovrà incarnare la città del futuro.
«Il tema dell’Expo di Shanghai era “Better city, better life”. incentrato sulla città del domani. Il nostro è diverso: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Puntiamo sul parco agroalimentare».
Tolto l’obbligo, per i Paesi, di destinare parte del proprio spazio espositivo agli orti, il parco consisterà nella Collina mediterranea e nelle serre. Sbaglio?
«Gli orti sono da sempre solo un elemento. Il parco sarà fatto dagli orti virgola dalle serre virgola dalla Collina virgola dagli spazi per la degustazione virgola dai padiglioni che illustrano le filiere alimentari. E dal Centro per lo sviluppo sostenibile e dalla Lake Arena».
Ma sugli orti nessun obbligo, starà ai Paesi decidere. Giusto? È quanto ha detto anche il segretario Loscertales.
«Vedremo. Non ho notizie aggiornate in tal senso».
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