Milano, 29 agosto 2011 - Dopo circa un’ora e venti di incontro con una rappresentanza dei sindaci, il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha lasciato la sede della Prefettura di Milano ed è tornato a Villa San Martino dove è ancora in corso il vertice di maggioranza per definire il testo definitivo della manovra correttiva approvata per decreto il 13 agosto. Il ministro è uscito in auto e non ha rilasciato alcuna dichiarazione sulla riunione con la delegazione dei Comuni che questa mattina a Milano sono scesi in piazza per protestare contro i tagli agli enti locali previsti nella manovra.

All'incontro con il ministro erano presenti il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, il sindaco di Torino Piero Fassino, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il primo cittadino di Genova Marta Vincenzi, Osvaldo Napoli (presidente facente funzione dell’Anci), Enrico Borghi (presidente Uncem), Graziano Delrio (vicepresente Anci), Mauro Guerra (coordinatore nazionale dei piccoli Comuni) e Attilio Fontana (presidente Anci Lombardia). 

Apertura del governo a stralciare dal testo della manovra la norma che riguarda i piccoli Comuni e a rivedere i tagli agli enti locali. E' questo il segnale recapitato all'Anci e ai principali sindaci dal ministro dell'Interno Roberto Maroni nel corso del faccia a faccia.  "Maroni ci ha riferito che il governo è intenzionato a fare alcune modifiche ed è orientato a stralciare le norme sui piccoli Comuni e a dimezzare o togliere i tagli ai Comuni", ha riferito all'uscita il vicepresidente dell'Anci, Graziano Delrio. Maroni, ha sottolineato il sindaco di Reggio Emilia, si è mostrato molto disponibile ma non ha potuto garantire sulle misure e sull'esito dell'incontro tra i vertici della maggioranza sulla manovra in corso ad Arcore. 

I sindaci, sempre uscendo dalla riunione in Prefettura, hanno anche  detto: "E' prevista per domani a Roma una nuova riunione del direttivo dell'Associazione Nazionale dei Comuni, che ha deciso uno stato di mobilitazione permanente fino a quando non ci saranno risposte soddisfacenti sui tagli agli enti locali previsti in manovra.  Si parla di una ''mobilitazione continua finchè non ci saranno risposte chiare".

Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, è stato drastico: "Non basta ridurre l’impatto di questa manovra ma bisogna rivederla profondamente, anzi azzerarla, altrimenti non siamo nelle condizioni di sostenibilità economica per garantire i servizi ai cittadini”. E ha aggiunto: "Non dobbiamo mai dimenticare che questa è la terza manovra che colpisce i Comuni e tutti gli enti Locali”. Poi, come il presidente dell’Anci, anche Alemanno, si è mostrato non disponibile alla resa: "Ci aspettiamo che il ministro Maroni porti questa nostra indicazione molto ferma a tutto il Governo finchè non ci saranno risposte serie, la mobilitazione continua".

 

GADGET A MARONI - Una maglietta e un cappellino della protesta avvenuta oggi a Milano ad opera dei sindaci italiani, sono stati regalati dalla delegazione di primi cittadini al ministro dell’Interno Roberto Maroni, prima dell’incontro in corso negli uffici della Prefettura di Milano. Una maglietta “io non sono uno spreco” e un berretto con la scritta: “Giù le mani dai Comuni”, sono stati consegnati nelle mani del titolare del Viminale. Maroni ha risposto con una battuta: “I manifestanti erano 2000 secondo l’Anci - ha detto il ministro - 1000 secondo la Questura". 

 

LA PROTESTA DEI SINDACI - Si è aperta e chiusa con l'Inno nazionale cantato da tutti i presenti la manifestazione dei sindaci in piazza della Scala contro la manovra. Su un piccolo palco, allestito davanti al palazzo della Ragioneria, si sono avvicendati rappresentanti dell'Anci e primi cittadini giunti da tutta Italia, oltre 2.000: da Piero Fassino a Flavio Tosi a Michele Emiliano. A chiudere il presidio l'inno di Mameli, cantato dai sindaci già all'arrivo in corteo piazza Scala. Un solo coro per i primi cittadini: "Siamo noi, siamo noi, la risorsa dell'Italia siamo noi". Tanti i cartelloni apparsi: su uno di questi è rappresentato uno squalo con la scritta "Governo che mangia dei pesci piccoli". Alle 15 è previsto un incontro in Prefettura con il ministro dell’Interno Roberto Maroni.

 

ROBERTO FORMIGONI -  Dal vertice di questa mattina tra Bossi e Berlusconi “mi aspetto una drastica riduzione delle tasse a carico dei cittadini e una drastica riduzione dei tagli a carico di Regioni ed Enti locali”. A dirlo è stato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni.  Il governatore ha dichiarato anche di attendere “misure strutturali”, perchè nelle tre manovre 2010-2011 sono stati tagliati alle Regioni 57 miliardi di euro, “il 55% del totale, a fronte del 16% del peso delle Regioni sulla spesa pubblica”. Formigoni ha detto  anche “no all’eliminazione dei piccoli Comuni ma sì all’accorpamento delle loro funzioni”. Inoltre, il governatore ha spiegato: “Va bene ragionare sull’Iva, ma mi attendo che lo stato dimagrisca, perchè se fosse governato come la Lombardia costerebbe 7 miliardi in meno l’anno. Propongo una cura dimagrante anche per le Regioni che devono essere meno, più grandi e con più poteri. Propongo di arrivare a sei Regioni, la Lombardia è disposta ad accorparsi". 

Il Governatore però non placa la sua furia: "E' arrivata l'ora che lo Stato finalmente metta le mani addosso a se stesso".

 

GIULIANO PISAPIA - La parte della manovra correttiva che riguarda i Comuni deve essere "completamente ritirata". Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. E ha poi sottolineato che "la manovra è ingiusta e ingiustificata, soprattutto perchè colpisce gli enti locali e i bisogni primari dei cittadini. Altri sono gli sprechi che possono essere tagliati".  E ha concluso: "Uniti si vince, la nostra dignità non si svende".  Una manifestazione "grande, importante, unitaria" quella di stamani per Pisapia che ha confermato Milano "in prima fila" tra i Comuni in protesta "per dare voce alle istanze del territorio e spiegare anche a chi non vuole capire che chi e' piu' vicino ai cittadini piu' conosce le loro esigenze" e per "evitare che i tagli previsti si trasformino in un colpo terribile per le nostre comunita'".
 

 

ATTILIO FONTANA - "Siamo qui per far sentire la nostra voce e far capire che la manovra ammazza gli enti locali e i cittadini", queste le parole con cui ha esordito il primo cittadino di Varese. E' ha proseguito: “Speriamo che la mobilitazione di oggi convinca Bossi e Berlusconi a non sacrificare gli enti locali e i piccoli comuni”. Il presidente di Anci Lombardia ha sottolineato: “Non mi importa se decideranno per l’Iva o la patrimoniale, ma è importante che si riveda la questione dei tagli ai piccoli enti locali per non penalizzarli ulteriormente". 

 

GIANNI ALEMANNO - "Questa è una battaglia di tutti i comuni, sia dei comuni piccoli che non possono essere fatti scomparire, che di quelli grandi che non possono essere messi in ginocchio, quelli del Nord, del Centro e del Sud. Nessuno puo’ chiamarsi fuori perchè è una battaglia totalmente trasversale”. Così il sindaco di Roma, è intervenuto sulla manovra recentemente varata dal governo all’ingresso della manifestazione. "Bisogna far sentire la nostra voce - ha aggiunto Alemanno- e far capire che non è un problema politico ma un problema veramente istituzionale nell’interesse dei cittadini".

 

PIERO FASSINO - Sull’aumento dell’Iva "c’è stata una marcia indietro del governo, ne prendiamo atto. Vediamo adesso cosa proporrà". Aspetta di valutare le nuove proposte il sindaco di Torino: “Come debbano essere recuperate le risorse dai Comuni è una questione che decide il governo. Ma i tagli che proponeva ai Comuni erano insostenibili. Infatti, c’e’ stata la protesta immediata, una reazione corale di tutti i primi cittadini". Il primo cittadino di Torino ha poi risposto all’ipotesi su come devono essere recuperate le risorse economiche che provengono dal taglio ai Comuni affermando che questa è "una questione che deve decidere il governo. I tagli ai Comuni sono insostenibili e non poteva che esserci una protesta da parte di tutti i sindaci".

 

GRAZIANO DELRIO - Il sindaco di Reggio Emilia  ha sottolineato: "Non siamo qui per protestare ma per fare proposte per far crescere il paese e ridurre il debito".  Secondo il primo cittadino, infatti, i Comuni hanno già tagliato le spese mentre quelle dell’amministrazione centrale sono aumentate. "Bisogna invertire la rotta. La giornata di oggi - ha concluso - è importante non per i sindaci ma per il Paese".

 

FLAVIO TOSI -  "Tagliare allo Stato invece che ai Comuni". Questo ciò che ha detto il sindaco di Verona, Flavio Tosi. E ha ribadito:  "Bisogna tagliare i costi dello Stato centrale cosa che finora non è mai stata fatta. I Comuni non ce la fanno più, bisogna andare a prelevare laddove ce n'è".

 

MARCO FILIPPESCHI - Duro il sindaco di Pisa: "Serve una rivoluzione copernicana, sindaci e presidenti di regione facciano un passo, gia' in settembre, per superare la crisi e tornare a crescere l'autonomia locale e' fondamentale, mentre il centralismo ingessa e difende i veri sprechi".

 

LEGAMBIENTE - "Sono 326 i comuni con meno di 1000 abitanti in Lombardia: in pratica un comune su cinque potrebbe chiudere per sempre se si decidesse la soppressione di questi enti. Ma gli effetti di una simile decisione non sarebbero uguali per tutti: province come quella milanese o brianzola sono infatti pressocchè prive di micromunicipi (unica eccezione i 689 abitanti di Nosate), mentre al contrario in territori come quelli di Sondrio, Pavia e Como la riduzione degli enti sarebbe drastica: sono soprattutto i territori montani quelli in cui resistono i municipi con popolazione ridotta ai minimi termini, spesso in condizioni difficili per carenza di servizi e collegamenti”. Questa la posizione di Legambiente riguardo i piccoli Comuni. Per Legambiente “la questione delle risorse economiche non è solo essenziale per la sopravvivenza degli enti minori, ma ha anche profonde ripercussioni ambientali e territoriali: le riforme della fiscalità locale negli ultimi decenni, a partire dall’abolizione dell’ICI sulla prima casa, hanno lasciato gli enti sul lastrico, oppure li hanno costretti a rilasciare licenze facili per incassare oneri e tasse da seconde case e terreni edificabili”.