Milano, 8 aprile 2012 - Omelia di Pasqua, il cardinal Scola riflette in Duomo sul rapporto tra scienza e fede. ''Chiediamoci: si puo' ancora sostenere che una simile forma di esperienza, l'esperienza cristiana, sia ragionevole? La sua rivendicazione della verita' poggia su solide basi? Pensiamo, ad esempio, alla obiezione di
quanti, a partire dalle strabilianti scoperte della scienza, sostengono che tutto e' solo Natura
('naturalismo biologico'). Ebbene noi possiamo, come credenti, accettare tutti i risultati comprovati delle scienze naturali - sottolineo tutti i risultati, non tutte le loro interpretazioni e non ogni loro uso - integrandoli con l'esistenza di un Dio Creatore e Redentore dell'universo. Non sono pochi gli scienziati credenti a testimoniarlo''.

E' questo un passaggio della predica del pontificale di Pasqua dell'arcivescovo di Milano. ''Qualcuno di loro - ha aggiunto poi Scola - ha coniato l'espressione 'naturalismo teista' (Peacokce). L'esperienza cristiana e' ragionevole anche per il sofisticato uomo del terzo millennio''.