di Bruna Bianchi
Milano, 27 giugno 2012 - Lassù, ingabbiata fino alla cintola, la Madonnina tutta d’oro è instabile: «C’è il rischio di crolli parziali ma significativi, che altererebbero l’equlibrio delle strutture del Duomo». Le guglie minori che la guardano da sotto hanno tremato a febbraio, e altre due volte durante le scosse che - a raggera - dall’Emilia sono arrivate a quelle 132 statue di 600 anni fa. La Veneranda Fabbrica che con la cattedrale gotica è nata (era il 1386) non lo dice più sottovoce, per bocca del suo presidente Angelo Caiola: «I lavori alla guglia maggiore sono in stadio avanzato, tuttavia dovrebbe essere ancora più avanzato, ma mancano risorse». Insomma, il Guglione che si staglia con fierezza da secoli e divenuto un simbolo di Milano per tutto il mondo, costretto nel mezzo di movimenti infinitesimali non ne uscirebbe indenne.
Nel 2009, appena conclusi i lavori conservativi alla facciata che l’hanno coperta con un telone alla vista per sei lunghi anni, è iniziato il restauro della guglia maggiore. Un ponteggio fatto apposta per non sfiorare neppure di un millimetro le guglie, si è levato da quota 65 metri e si sono fatti i conti: 30 milioni di euro e quattro anni di lavori spediti per salvare un capolavoro che usa dal 1300 lo stesso marmo della cava di Candoglia. Ogni anno, cinque milioni di turisti vengono a visitare questa meraviglia (senza pagare il biglietto d’entrata) e non sanno che da cinque anni il governo ha eliminato i contributi annuali per i restauri, né che il Senato ha negato i fondi anche per il solo Guiglione con queste parole: «Estraneità della materia».
E se il Duomo è a metà tra il monumento storico e la chiesa, ecco allora che bisogna inventarsi tante inziative per salvarlo: dalle visite guidate ogni mercoledì e giovedì di luglio alle terrazze per vedere il tramonto, all’adozione di una guglia, fino a una piccola Scala ai piedi dell’altare, tutti espedienti che l’arciprete della cattedrale monsignor Luigi Manganini ha definito «un adeguamento ai tempi». Il 2 luglio, per la prima volta due originali celebrazioni: l’opera lirica «Assassinio nella cattedrale» di Ildebrando Pizzetti e il 5 luglio la prosa. Donazioni sostanziose obbligatorie, per non fare cadere giù la Madonnina.
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