Milano, 15 luglio 2012 - Se Hu batte Brambilla nella classifica dei cognomi milanesi, Wu sbaraglia Rossi all’esame di maturità italiano. La studentessa modello di Milano e penisola 2011-2012 ha gli occhi a mandorla, comunica con i genitori in mandarino e sulla carta d’identità ha i seguenti dati identificativi: «Fei Fei Wu, cittadinanza cinese, nata ad Anhui nel 1993», un paese a dodici ore di treno da Shangai. Fei Fei ha sostenuto l’esame di Stato al liceo scientifico Allende, riportando 100 e lode, nell’anno più difficile per conseguire l’eccellenza. Ma soprattutto è arrivata alla prova finale con il «10» in tutte le materie. Un record. Cittadino e nazionale.
Come lo si realizza?
«Non ci ho pensato molto. Se devo guardare indietro il mio percorso, mi è sembrato un soffio».
Da quando sei in Italia?
«Avevo 5 anni quando i miei si trasferirono per motivi di lavoro. Da allora, ho studiato sempre a Milano. Imparare la lingua alle elementari di via Gentilino non è stato difficile. Poi ho frequentato le medie in via Tabacchi e l’Allende, che ho scelto perché amo le materie scientifiche».
È stata difficile la maturità?
«Avrei potuto sostenerla già l’anno scorso, grazie alla media voto... Il tema letterario riguardava uno dei miei poeti preferiti, Montale. Le altre prove mi sono sembrate abbordabili».
I tuoi erano felici?
«Mia mamma ha avvertito i nonni e gli zii in Cina solo il giorno dopo, visto che ho sostenuto l’esame quando da loro era ancora notte. Papà mi ha promesso un Mac, ma ho risposto che lo accetterò volentieri quando avrò deciso cosa fare della mia vita».
Non hai ancora le idee chiare?
«Non lo so ancora. Ho già passato i test della Bocconi e del Politecnico, ma durante uno stage in quarta presso la Fondazione Ifom, ho scoperto il mondo dell’oncologia. Così mi sono iscritta alle due prove di ammissione dei corsi di Medicina della Statale, in italiano e inglese. Se la Bocconi offre ottimi sbocchi internazionali, fisica e matematica restano le mie passioni. Mi affascinano le nanotecnologie, che erano al centro della mia tesina».
Se dico “Cina”, cosa pensi?
«Sono anni che non torno ma quando succede, mi sento a casa. Come Heidi, nel paesino di montagna, con i nonni. Ho anche un San Bernardo. Ma niente pecorelle».
Cosa significa il tuo nome?
«“Allegria della natura”. Quando voglio rilassarmi, vado a correre al parco Baravalle o Sempione».
I compagni sono incuriositi dalle tue origini?
«Mi chiedono spesso di tradurre alcune parole. E quest’anno ho dato lezioni di cucina cinese ad alcune miei amiche».
Quante lingue parli?
«Italiano, inglese e mandarino. Più i dialetti di Anhui e Huen Zhou, da dove provengono i miei. Il francese imparato alle medie l’ho un po’ perso».
Ti senti più italiana o cinese?
«In Cina ho le mie radici, in Italia mi sono affermata. Sono cittadina del mondo e in futuro potrei vivere e lavorare ovunque».
di Luca Salvi
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