Milano, 27 luglio 2012 - Alla fine e' stato, letteralmente, stappato lo spumante. Quando alle 3.40 della notte il consiglio comunale di Milano ha dato definitivamente il via libera al Registro delle Unioni civili, il pubblico presente e qualche consigliere hanno potuto trattenere l'entusiasmo giusto il tempo di far intervenire Giuliano Pisapia; poi e' stata l'ora della festa.
L'Aula di Palazzo Marino, riunitasi a oltranza dalle 16.30 di ieri per la terza e ultima seduta dedicata al provvedimento, ha licenziato nella notte la delibera con 29 voti favorevoli, 7 contrari e 4 astenuti. La discussione s'e' piu' volte complicata ma resta il valore del risultato, sottolineato dal sindaco ("è una bella giornata per Milano - ha detto - da domani gli uomini e le donne che si vogliono bene saranno piu' felici e io sono felice per questo"), e dalla gioia dei presenti, Arcigay in testa, che hanno seguito a distanza ravvicinata ogni passo dei lavori dell'Aula.
Il Registro delle Unioni Civili, dunque. La delibera che ha trovato il consenso del consiglio comunale e' quella emendata dalla proposta di modifica che era stata al centro di un intermedio accordo tra la maggioranza e l'area liberal del PdL, poi 'naufragato' per la posizione del coordinatore cittadino del PdL, Giulio Gallera, che si e' sentito 'tradito' dal voto contrario a un emendamento simile, che sembrava dover essere archiviato fino a
quando il giovane piedillino Pietro Tatarella non ne ha richiesta la votazione a prescindere dall'abbandono dell'Aula da parte dello stesso Gallera.
Si e' cosi' determinata la struttura portante del documento, secondo un proprio 'modello Milano', che istituisce presso l'anagrafe un registro separato, specificatamente dedicato alle Unioni civili (verra' rilasciato attestato a chi si iscrive), agganciato alla normativa statale che disciplina la famiglia anagrafica (art. 4 DPR 223/1989). Per potersi iscrivere al registro, quindi, bisognera' prima essere iscritti alla stessa residenza all'interno della stessa famiglia anagrafica. Per arrivare alla maggioranza che, alla fine ha promosso la delibera, ci sono volute ore di trattativa che hanno concesso ai cattolici del Pd di astenersi e a due consiglieri del PdL (Tatarella e Pagliuca), ma anche all'esponente di Nuovo Polo, Manfredi Palmeri, di aggregarsi ai sostenitori. Contraria la Lega (che ha ritenuto che la delibera introducesse "regole gia' esistenti"), Mariolina Moioli di Milano al Centro e i restanti consiglieri del PdL sempre fermi sulle proprie posizioni.
IL SINDACO PISAPIA - Anche in questa occasione, come gia' in altre, Giuliano Pisapia ha presidiato il proprio scranno fino alla votazione, insieme al vicesindaco Maria Grazia Guida e all'assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino. La maggioranza ha potuto tirare un sospiro di sollievo alle 2.17 quando Palmeri ha ritirato uno dei suoi emendamenti, l'ultimo che restava da discutere. C'e' voluta ancora oltre un'ora, durante la quale i consiglieri hanno snocciolato le proprie dichiarazioni di voto, perche' Pisapia potesse dire: "Abbiamo fatto quello che potevamo ed e' un passo avanti nella direzione di una citta' che ha piu' rispetto per tutti. Sono sicuro che questo voto sara' di stimolo al Parlamento".
Aveva scansato ogni dubbio, semmai ce ne fossero stati, nel pomeriggio di ieri dicendo chiaramente di "escludere" che la delibera in discussione nell'Aula di Palazzo Marino potesse aprire ai matrimoni gay; poi Giuliano Pisapia l'ha ribadito la scorsa notte, quando il provvedimento era stato ormai approvato dall'Aula: "Non abbiamo inventato nessuna scorciatoia per i matrimoni - ha detto - pero' sono fiero che Milano abbia il Registro delle Unioni civili". Il sindaco ha seguito la discussione fino alla votazione finale, arrivata alle 3.40, per poi prendere la parola e celebrare quella che ha definito una "bella giornata per Milano. Abbiamo dato vita a un confronto rispettoso - ha spiegato - basato sull'attenzione alle diverse sensibilita'. Sono orgoglioso dell'alto livello degli interventi".
BOERI, FUGA IN AVANTI - Con un commento su Facebook l'assessore alla Cultura Stefano Boeri spinge sulla questione delle nozze omosessuali: "Questo percorso sull'eguaglianza di genere va proseguito e accelerato, fino ad arrivare a una legge nazionale che riconosca libertà di matrimonio anche alle coppie gay''. Questa la frase nella bacheca del politico. Boeri nei giorni scorsi aveva annunciato la volonta' di candidarsi alle primarie nazionali del centrosinistra: ''il Pd deve essere un protagonista di questo percorso, a partire dall'apertura di una grande discussione pacata e senza pregiudizi, aperta e non "tatticistica", sui concetti di famiglia, convivenza e matrimonio''. E' intervenuto sul social network anche l'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino. ''Milano citta' civile - scrive - ora chi sta a Roma si dia una mossa, quella dei diritti di chi si ama e' prima di tutto una questione nazionale''.
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