Milano, 3 agosto 2012 - E’ “grave” che il Consiglio di Stato abbia omesso “una valutazione degli interessi in gioco e della prevalenza del diritto alla salute, che è motivo fondante del provvedimento”. Questa la presa di posizione delle associazioni ambientaliste di Milano, che si sono costituite nel procedimento per difendere Area C, qualche giorno dopo il pronunciamento della suprema magistratura amministrativa, tempo servito per “superare lo sgomento”.
Ciclobby, Fondo Ambiente Italiano, Genitori Antismog, Italia Nostra Onlus, Legambiente Lombardia e WWF Lombardia si rivolgono al Comune perche’ “provveda al piu’ presto ad approvare strumenti di pianificazione che, oltre a confermare Area C, ne prevedano l’ampliamento a breve”. Secondo quanto spiegato dalle associazioni, infatti, “la motivazione sulla base della quale il Consiglio di Stato ha sospeso l’applicazione di Area C si ricollega ad un'ipotetica carenza pianificatoria del Comune di Milano, che dovrà essere valutata nel merito e che, se del caso, potrà essere sanata ci auguriamo in tempi rapidi”. Secondo le associazioni, con la sospensione di Area C, si manifesterà evidentemente “dopo il rientro dalla pausa estiva una situazione grave ed intollerabile” e da qui deriva “un forte sollecito all’amministrazione affinche’ individui, in tempi brevi, le soluzioni piu’ appropriate per scongiurare tali rischi.
Ma a parlare di Area C, non ci sono solo i favorevoli. Riccardo De Corato, Vice-presidente del Consiglio Comunale, ha spiegato che "riscrivere le regole dell’Area C dopo la bocciatura del Consiglio di Stato, senza aver letto nel merito le motivazioni del massimo organo della giustizia amministrativa, è un azzardo che vedo solletica molto Pisapia e i suoi Assessori, se andranno in questa direzione, anche dopo che saranno approvati il Piano Urbano della Mobilità e il Piano Generale del Traffico, è molto probabile una nuova ulteriore bocciatura a cui si espongono assieme alla delibera su Area C".
Secondo De Corato, "è necessario non solo aspettare il merito della ordinanza del Consiglio di Stato, ma ad esempio sentire i Comitati dei residenti dell’Area C per cominciare ad eliminare ad esempio il pagamento per costoro, e cominciare ad ascoltare le categorie colpite dal pagamento del ticket, convocare un'udienza pubblica sull’Area C per verificarne ancora il consenso". E ha concluso: "Se fossero più attenti ai milanesi e meno a certi vetero-ambientalisti o a referendari neo-ambientalisti, tutelerebbero l’Area C con un nuovo confronto con la Città, ma a Palazzo Marino hanno voglia solo di rivincita e finiranno per prendere una nuova musata dal Tar le premesse ci sono tutte”.
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