Milano, 12 agosto 2012 - “Mi sono trasferito a Milano 55 anni fa perché al Parco Ravizza guadagnavo di più”.
Leone aveva promesso di non essere trash!
“Ma cosa ho detto di male?!?”
Da Trani alla città della Madonnina per conquistare i galloni di campione del trash-demenziale d’Italia, Leone di Lernia, 74 anni, è emblema di quella Milano presa d’assalto dai meridionali, nello specifico pugliesi, circa sessant’anni fa che hanno mantenuto un feroce attaccamento alle proprie tradizioni a cominciare dal dialetto.“E del resto se avessi parlato un italiano pulito chi avrebbe riso?”
I suoi esordi?
Alla mensa ufficiali di Cervignano del Friuli. Ero militare di leva e mi esibivo cantando pezzi blues alla Dixieland. Poi mi sono trasferito a Milano e ho cominciato ad esibirmi nelle balere: nel repertorio avevo Fred Bongusto, Bruno Martino, Celentano, Mina e Rita Pavone.
La svolta?
Con il “Rap di Cim d’Rap” partecipai al Piccolo Slam condotto da Stefania Rotolo sull’allora Rete uno e poi finii nella top ten della “Schif Parade”, rubrica radiofonica degli anni ’70 condotta su Radiouno da Luciano Salce e Bice Valori dedicata alla musica più brutta. Io ero sempre in classifica con Le figlie del Vento e Orietta Berti. Ma avevo una marcia in più.
Quale?
Creai il filone trash. Usavo i successi delle hit e li riscrivevo in dialetto tranese. Una novità assoluta. Feci il botto con “Ca gacciù vu havè” (Che ti venisse un colpo) cioè una cover in vernacolo di “I gotcha” di Joe Tex mescolata con “Una zebra a pois” cantata da Mina. Il testo raccontava di una donna che sentiva qualcosa di duro dietro la schiena e diceva al marito di smettere di premerle contro quello che credeva fosse il suo ginocchio, ma in realtà era altro. Le vendite furono milionarie ma non vidi una lira perché erano tutte copie pirata.
Insomma è venuto prima di tutti?
Sì e ho lanciato un genere che poi tutti hanno copiato. L’ultimo è Checco Zalone che mi sta imitando alla perfezione.
Lei è soprattutto un fenomeno radiofonico.
Sì grazie a Renzo Arbore che cominciò a passare i miei dischi nella sua trasmissione “Alto Gradimento”. Poi ebbe l’idea geniale di mandare le telecamere nelle balere durante l’ “Altra Domenica” dove mi aveva arruolato come inviato. Ho macinato tanta radio e il sodalizio più bello è quello che ho avuto con Fausto Terenzi e Paolo Dini a Radio Monte Carlo: con loro abbiamo anticipato quello che sarebbe stato lo Zoo di 105 con i siparietti, gli scherzi telefonici e le imitazioni.
Da non dimenticare le sue performance in tv.
Sì ero con Berlusconi nella sua prima tv privata Telemilano 58, la futura Canale 5. Mi ricordo che il Cavaliere era gentilissimo e se avevi sete ti portava perfino da bere. Facevo anche il disturbatore di 90° minuto da San Siro. Lì incontrai Gianni Agnelli, veniva sempre allo stadio sperando che il Milan perdesse. Poi c’è stata l’esperienza indimenticabile dell’ “Isola dei Famosi” che rifarei mille volte.
Va forte anche nel web, si trova persino una versione in dialetto tranese di Wikipedia dedicata solo alla sua biografia.
E’ quella di riferimento. Ma ora in internet spopola il mio clip “Eccitato” girato da mio figlio Davide in cui faccio con Ylenia Baccaro la parodia di “Mama Lover” delle Serebro e abbiamo totalizzato in circa due settimane già oltre 400 mila contatti. Il mio nuovo album uscirà a ottobre, sarà la storia di un uomo che si eccita guardando una donna che si spoglia.
Ma Leone alla sua età…
Guardi che io ho una raccolta di riviste pornografiche dagli anni ‘50 ad oggi che mi invidiano in molti e che sfoglio ancora per ispirarmi. Ormai non guardo più mia moglie, mi piacciono solo le donne tra i 25 e i 35 anni. Ma mia moglie sopporta, anzi dice: “fai presto che così andiamo a fare la spesa”.
Non si è mai sentito volgare?
No, perché io uso sempre il registro dell’ironia, del doppio senso e dell’esagerazione. In fondo ho portato anche una ventata di novità nelle canzoni che trattano sempre temi sdolcinati. Sono per il divertimento puro, senza complicazioni e senza pericoli e sono migliaia i ragazzini che vengono alle mie serate.
Lei intanto non molla Radio 105.
Anche per la prossima stagione sono arruolato. Mi piace molto inoltre il luogo dove si trova, in Largo Donegani, una grande piazza, siamo nel salotto più bello di Milano e poi c’è anche la sede del Milan.
E per ristorarsi dove va?
Alla Pasticceria Ranieri, dove trionfa lo spirito pugliese di Francesco e Maurizio Rana, padre e figlio originari di Bisceglie. Da loro mi strafoco sempre di cannoli alla ricotta.
Dopo tanti anni Milano le piace ancora?
Sì, ma mi sembra che le strade siano meno sicure soprattutto di notte. Poi c’è meno verde e troppi cantieri.
mchiavarone@yahoo.it
Il negozio
Pasticceria Ranieri
Via della Moscova 7
Tel. 02-6595308
Aperto nel 1967, è un locale storico di Milano che seppure piccolo presenta una grande varietà di torte e pasticcini. Da provare la Torta Caprese e la Zuppa di Frutta.
di Massimiliano Chiavarone
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