Milano, 23 ottobre 2012 – Forse non tutti sanno che le scuole non solo hanno educato cresciuto milioni e milioni di milanesi, ma ne hanno anche salvato la vita, in più di un’occasione. Durante la seconda guerra mondiale i sotterranei di molti istituti scolastici furono trasformati in rifugio antiaereo, accogliendo non solo alunni, ma anche civili. Proteggendoli dalle bombe dal cielo. Negli ultimi 70 anni questi nascondigli provvidenziali sono stati lasciati alle intemperie del tempo. In zona 9 si è cominciato un lavoro di recupero.
Occasione per riscoprire questi luoghi della “memoria nascosta” è stata il restauro del rifugio numero 87 della scuola “Giacomo Leopardi”, costruita nel 1926, uno dei primi e dei più grandi della città: poteva ospitare 450 persone. Si inserisce nell’iniziativa “I rifugi antiaerei di zona 9”, che a sua volta fa parte del progetto “La memoria nascosta – la memoria svelata”, portato avanti dall’Ecomuseo Urbano Metropolitano Milano Nord (Eumm) insieme al Consiglio di Zona 9. Hanno aderito anche l’associazione Abg, genitori e insegnanti delle scuole Bodio e Guicciardi, Legambiente e l’associazione speleologica cavità artificiali di Milano.
Il lavoro, condotto dalle esperte di Eumm, insieme agli insegnanti e agli alunni delle classi quinte, ha permesso di acquisire notizie storiche, documenti e testimonianze da parte di alcuni protagonisti di quel periodo, confluite nella brochure “La memoria nascosta di Milano. I rifugi antiaerei delle scuole di Zona 9”. Testimonianze che restituiscono alla cittadinanza alcuni luoghi cruciali per la sopravvivenza dei milanesi. Ora gli ambienti del rifugio 87 sono tornati visitabili. Nel rifugio è stata apposta una targa celebrativa. Durante la prima visita è stata anche presentata la mostra “I love Dergano”.
di Luca Salvi
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