Milano, 23 ottobre 2012 - La "campagna intimiditoria" e "diffamatoria", oltre a una "spiccata capacità di delinquere" sono le motivazioni che hanno indotto la Corte Suprema a condannare Alessandro Sallusti a 14 mesi di carcere. Sono state pubbblicate oggi le motivazioni della sentenza del 26 settembre scorso. Nei confronti di Alessandro Sallusti la Cassazione motiva la condanna al carcere per la sua ''spiccata capacita' a delinquere'', dimostrata da tanti precedenti e dalla ''gravita'' della ''campagna intimidatoria'' e ''diffamatoria'' condotta nei confronti del giudice Giuseppe Cocilovo quando nel 2007 dirigeva Libero.

Nella sentenza 41249, la Suprema Corte spiega perche', lo scorso 26 settembre, ha confermato la condanna a 14 mesi per diffamazione e omesso controllo a carico di Sallusti per due articoli - uno firmato 'Dreyfus' - pubblicati il 17 febbraio 2007. ''Gli atti processuali - scrive la Cassazione - danno un quadro di forti tinte negative sulle modalita' della plurima condotta trasgressiva'' di Sallusti ai danni non solo di Cocilovo ma anche dei genitori adottivi e di una minorenne ''sbattuti in prima pagina''.

Immediata la risposta del giornalista. "Chi ha scritto sentenza contro di me e' persona infame". Sono le parole che il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, affida a Twitter subito dopo la diffusione delle motivazioni della sentenza della Cassazione 26 settembre, lo ha condannato a 14 mesi di carcere. Piu' lunghe le dichiarazioni che il giornalista ha poi affidato al sito del quotidiano, che riporta in apertura della 'home page' la frase: "Sono degli infami". "Non si puo' giocare con la vita delle persone, il presidente della Cassazione dovra' risponderne anche a mio figlio", afferma Sallusti.

"Mi auguro che questo giudice venga cacciato dalla magistratura", conclude riguardo al presidente della quinta sezione della corte di cassazione, Aldo Grassi. "Non si da' del delinquente a un giornalista che non ha mai avuto condanna penale - continua - non c'e' nessuna reiterazione del reato, c'e' solo un articolo, neanche scritto da me, che a ben guardare non e' neanche diffamatorio perche' non si cita nessuno e si parla per assurdo".

Intanto il disegno di legge sulla diffamazione a mezzo stampa licenziato dalla commissione Giustizia del Senato, sulla scia del caso Sallusti, e' stato calendarizzato per domani in aula. E' quanto ha deciso la capigruppo, stabilendo che in mattinata iniziera' la discussione mentre alle ore 12 e' fissato il termine per gli emendamenti. "Di conseguenza - spiega il presidente dei senatori Pdl Maurizio Gasparri - le votazioni dovrebbero avere inizio nel pomeriggio. Il voto finale sul testo avverra' entro la settimana".

Attestati di solidarietà arrivano dal mondo della politica. "Una sentenza indegna per uno Stato civile - l'ha definita il sindaco di Roma, Gianni Alemanno -. Un paese che manda in galera i giornalisti per le opinioni da loro espresse sui giornali dimostra tutta l'immaturita' del suo sistema democratico".

In difesa di Sallusti, anche il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro: "Noi di Idv abbiamo una miriade di procedimenti in corso contro Sallusti e Il Giornale. Ma credo che ci siano altre maniere per sanzionare una diffamazione, sono tra i primi a dire che non bisogna mandare in carcere i giornalisti".