Milano, 18 novembre 2012 - "Nessun provvedimento di grazia è possibile per Renato Vallanzasca". Nicola Tanzi, segretario del sindacato di polizia Sap, non ha mezzi termini sulla richiesta avanzata gli scorsi giorni dai familiari del bel René. "Sarebbe un insulto per i familiari delle vittime, per tutti noi che vestiamo una divisa e per la stragrande maggioranza dei cittadini che ha cuore la legalità. Vallanzasca si è reso protagonista di barbari omicidi, a partire da quelli di due giovani poliziotti: Luigi D'Andrea di 31 anni e Renato Barborini di 27, massacrati a Dalmine nel 1977. Bisognerebbe togliergli la cittadinanza italiana".
La richiesta di grazia è stata avanzata dai familiari nei giorni scorsi. "Nel nostro Paese purtroppo - aggiunge Tanzi - sempre più spesso ex assassini e terroristi sono protagonisti della vita pubblica scrivendo libri, realizzando film, tenendo lezioni universitarie e in qualche caso diventando anche parlamentari. Come organizzazione sindacale che rappresenta i poliziotti, siamo e saremo sempre dalla parte di Abele e non di Caino, dalla parte delle vittime e dei loro familiari. In queste ore, il nostro pensiero va ad una nostra carissima amica e compagna di tante battaglie, la signora Gabriella Vitali D'Andrea, moglie di Luigi. Anche questo volta siamo al suo fianco".
Domani, a Milano, ci sarà una conferenza stampa di alcuni familiari di vittime della criminalità, tra i quali la signora Vitali, e politici lombardi contrari alla grazia. Nel 2007, il Quirinale respinse una precedente richiesta di clemenza avanzata dallo stesso Vallanzasca.
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