Milano, 20 gennaio 2013 - Un presidio anti-ruspe lungo le sponde. Lo hanno organizzato ieri mattina i cittadini dell’associazione Darsena Pioniera chiamando a raccolta il quartiere. Obiettivo: difendere l’oasi spontanea nata al posto di un parcheggio sotterraneo mai realizzato, minacciata ora da una riqualificazione «che rischia di cancellare insieme al degrado pure alberi, terra, nidi e animali».
Trenta persone si sono radunate a pochi metri dallo specchio d’acqua punto d’approdo dei Navigli, tra viale Gorizia e via Vigevano, incuranti del nevischio che intorno a mezzogiorno ha iniziato a cadere. «I nostri timori sono fondati: il 15 gennaio il terreno è stato transennato da Amsa. L’ordine? Ripulire tutto. Le ruspe potrebbero arrivare da un momento all’altro», spiegano gli abitanti. Il piano di restyling firmato dallo studio Bodin prevede il ritorno dell’acqua e della navigabilità, la rinascita della Darsena come porto di Milano. «Ma l’oasi si può salvare comunque», ribadiscono i rappresentanti dell’associazione, che chiedono di integrare il progetto esistente con degli isolotti verdi. «Un vantaggio anche economico — sottolinea Francesca Oggionni, agronomo — perché mentre il progetto del Comune prevede la rimozione di piante e sedimenti, che ha un costo di 500mila euro, la soluzione di Darsena Pioniera consente di risparmiarne 300mila».
La faccenda è delicata: il progetto è già pronto (società appaltante dell’opera: Expo 2015) e una modifica potrebbe comportare lo slittamento in avanti di un recupero urbano atteso da anni. «Ma non c’è nessun bisogno di eliminare tutta quella terra, quegli alberi e quei nidi», sottolineano i cittadini. Altro neo: «Il progetto ufficiale non è mai stato presentato ai quartieri, se non una volta al mercato coperto. La cittadinanza deve sapere: per nostra iniziativa si svolgerà una assemblea informativa mercoledì al Centro Scaldasole alle 18», comunica Giuliana Zoppis di Darsena Pioniera. Ma corre voce che due giorni dopo ci sarà un altro incontro, convocato dall’amministrazione, alla ex Fornace sull’Alzaia Naviglio Pavese. «È segno che in Comune forse esiste un’attenzione. Non ruspare qualche zolla di terra non comporta nulla di definitivo e, anzi, si potrà eventualmente fare marcia indietro — afferma Elena Grandi (Verdi), presidente della commissione Ambiente di Zona 1 — senza contare che il tema di un’oasi ecologica all’interno della città avrebbe un valore simbolico altissimo in occasione di Expo».
di Marianna Vazzana
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