Milano, 11 aprile 2013 - Carne "Halal" costituita da scarti di macelli o da pezzi non conformi ai precetti della religione islamica sarebbe in vendita in numerosi esercizi commerciali italiani. A dirlo è l'Halal International Authority (Hia), unico organismo italiano, membro del World Halal Food Council, in grado di certificare a livello mondiale prodotti agroalimentari e servizi secondo gli standard islamici, che ha sede a Milano e Bari. A Milano, sostiene l'Hia, sono emersi scarti in 220 macellerie di Milano su 300 controllate.
L'associazione oggi ha annunciato che presenterà presto un dossier sull' indagine in corso da parte di esperti sulla qualità della carne islamica. L'organo di controllo che sta conducendo l'indagine - cominciata in questi giorni nel territorio della Lombardia - è costituito da quattro esperti della materia: uno di "Food Processing Halal', uno della Shari'a Islamica, un esperto di sicurezza alimentare e infine un rappresentante legale che segnalerà le eventuali irregolarità a forze dell'ordine e magistratura.
''L'obiettivo principale delle verifiche - informa una nota dell'Hia - sarà quello di abolire in modo radicale ogni forma illecita (secondo la Shari'a Islamica) di rilascio di dubbie certificazioni Halal oltre che tutti i processi derivanti". "I dati raccolti dalle verifiche - annuncia il presidente di Hia Sharif Lorenzini - saranno racchiusi in un dossier che verrà consegnato alle autorità competenti. L'auspicio - aggiunge - è che queste ultime mostrino sensibilità al tema e che decidano di avviare in tempi brevi proficue occasioni di confronto per regolarizzare in modo definitivo il sistema delle certificazioni Halal''.
''Un risultato che - conclude Lorenzini - permetterebbe di garantire ai musulmani residenti in Italia tracciabilità e trasparenza, al fine di rispettare i loro stili di vita. Non è èiù tollerabile accettare questo genere di limitazioni per una comunità che sogna un'integrazione sociale davvero a tutto campo''.
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