Milano, 23 aprile 2013 - Nasce sotto il segno dei pesci dell’Acquario civico di Milano il Coordinamento contro il gioco d’azzardo, una rete che unirà esperti, associazioni e istituzioni impegnati nella lotta alla febbre da slot machine. L’assessore alle politiche sociali del Comune di Milano Pierfrancesco Majorino e il presidente della commissione consiliare antimafia David Gentili sono i maestri di cerimonie dei primi stati generali di tutte quelle realtà che all’ombra della Madonnina combattono la dipendenza patologica da gioco.
Centocinquanta persone - da Asl, onlus, Comuni limitrofi - hanno risposto all’appello di Palazzo Marino e hanno raccontato cosa fanno per arginare un fenomeno, il gioco d’azzardo patologico (Gap), che in Italia colpirebbe circa 800mila persone. Il comitato è ancora sulla carta, nella lista degli indirizzi a cui Majorino ha spedito l’invito per l’incontro di questa sera, ma ha già un’agenda di lavoro, come riassume l’assessore. “Tra un mese ci rincontreremo per stilare i punti operativi che il Comune vuole fare - spiega il responsabile delle politiche sociali -. Innanzitutto sollecitare il legislatore a cambiare passo e a togliere le ambiguità presenti nel decreto Balduzzi”. Poi “un ragionamento con altri Comuni” per importare buone pratiche e un aiuto ai consigli di zona per aprire e promuovere centri d’ascolto. Infine risorse per la scuola. “Ma non serve spiegare ai ragazzi che giocare è rischioso, lo sanno già benissimo, ci sono già troppi messaggi paternalistici e fallimentari”, punta il dito Majorino. Il Comune torna all’attacco dopo il flop dell’ordinanza con cui imponeva anche alle sale scommesse di tirare giù la saracinesca al più tardi all’una di notte.
La delibera è stata impungnata al Tribunale amministrativo regionale che ha dato ragione agli esercenti, riconoscendo loro libertà d’orario. David Gentili, presidente della commissione antimafia, guarda perciò ad altri strumenti per mettere i bastoni tra le ruote a chi vuole aprire un centro scommesse, come “limitazioni al numero dei parcheggi e zonizzazione acustica, sull’esempio di Reggio Emilia”. “Potrebbero entrare nel nuovo regolamento edilizio - spiega - e da lì nel Pgt”. Poi controlli maggiori della polizia locale, per inchiodare chi è fuori norma. Un’altra strada per arginare il dilagare della macchinette (400mila oggi in Italia) è promuovere chi non lo usa, “come fa Pavia, che da un bollino blu agli esercenti che rinunciano alle videoslot”, aggiunge Gentili.
L’industria della dea Bendata,la terza in Italia, con circa 100 miliardi di fatturato, è una calamita per la malavita, come “dimostrano le recenti inchieste, ad esempio Redux Caposaldo”, aggiunge Gentili. “Nelle carte delle indagini sul clan Valle-Lampada - spiega - emerge anche come alcune macchinette venissero scollegate per alcune settimane, le vincite pilotate e l’investimento fruttava denaro illegale”. A Milano, secondo quanto riferisce il numero uno della commissione antimafia, la concorrenza tra sale scommesse è così feroce che le stesse concessionarie si stanno impensierendo.
Secondo i dati della Camera di Commercio di Milano, dal 2009 al 2012 le imprese del gambling attive nella provincia del capoluogo lombardo sono cresciute del 50%. L¹anno scorso, nella sola città di Milano, si contavano 98 esercizi tra sale scommesse e lotterie, con un aumento del 24,1% rispetto ai dodici mesi precedenti (erano 79). Hinterland compreso, si passa da 131 a 156 sedi d¹impresa (+19,1%). È una crescita di gran lunga superiore alla media italiana del 9,6% (dalle 3.238 del 2011 alle 3.550 del 2012). Milano ora cerca un’altra via di sviluppo. Dove non servano colpi di fortuna.
Luca.zorloni@ilgiorno.net
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