Milano, 14 maggio 2013 - Sale a tre il numero delle vittime della tragedia di Niguarda. Non ce l'ha fatta Ermanno Masini, il 64enne modenese colpito lo scorso sabato in via Adriatico dalla furia cieca del ghanese Mada ‘Adam’ Kabobo, il killer del piccone ora rinchiuso nel carcere di San Vittore.
Il pensionato e' morto questa mattina al Policlinico di Milano dopo tre giorni di coma. L'uomo era originario di Lama Codogno, un comune in provincia di Modena. Era un abitudinario Pasini: tutte le mattine usciva di casa quasi alla stessa ora per portare fuori il cane ed e' stato sorpreso alle spalle
dall'aggressore che l'ha colpito al capo una volta e dopo averlo tramortito gli ha sferrato altri colpi all'addome e al volto. Masini e' stato il terzo ad incrociare la pazzia di Kabobo quella mattina.
"ERA UN UOMO BUONO" - ''Era un uomo buono, molto impegnato nel volontariato e sempre pronto ad aiutare gli altri''. Questo e' il ricordo del vicino di casa di Ermanno Masini. ''Aiutava le persone anziane, si impegnava moltissimo, al punto che neanche io avrei avuto la forza di fare cio' che faceva lui''. Il vicino, suo coetaneo, ricorda momenti passati insieme e descrive Masini come ''un uomo grande e grosso, molto forte, che avrebbe potuto ammazzare soltanto una persona con la stessa furia del Ghanese''.
"NON MI RIMANE PIU' NIENTE" - Masini aveva da poco perso la consorte, morta alcune settimane fa. Lascia un figlio, Andrea, che lavora in un'azienda milanese. ''Non mi rimane piu' niente''. E' questo il laconico commento di Andrea Masini, il figlio del pensionato. Il giovane, infatti, che con la moglie vive nel Milanese e lavora per un'azienda che si occupa di forniture di gas, ha perso a breve distanza di tempo sia la madre che il padre. E' stato affidato al figlio il cagnolino cher masini stava portando a spasso la mattina dell'aggressione.
LE VITTIME DELLA FURIA - Tra le vittime del gesto efferato del ghanese anche Alessandro Carolè, 40 anni, subito ricoverato in codice rosso alla Clinica Città Studi per una profonda ferita alla testa. Carolè, che abitava con l'anziana madre, è deceduto poco dopo l'arrivo in ospedale malgrado gli sforzi disperati dei medici per salvarlo. Daniele Carella, 21 anni, impegnato nella consegna dei giornali alle edicole, è stato dichiarato in elettroencefalogramma piatto dai medici dell'ospedale Niguarda alle 10.50 di lunedì mattina e ufficialmente morto 6 ore dopo. La famiglia della giovane vittima ha dato il permesso per la donazione degli organi: i medici dell’ospedale Niguarda, dove il giovane era stato ricoverato il giorno dell’aggressione, hanno provveduto a prelevare i tessuti e gli organi che sono poi stati destinati alla Banca dei Tessuti o trapiantati. Gli altri due feriti, invece, si sono salvati: Francesco Niro, l'operaio di 50 anni ferito alla testa, che e' stato dimesso dall'ospedale domenica, e Andrea Canfora, di 24 anni, dipendente di un supermercato, che ha riportato una frattura a un braccio.
LUTTO CITTADINO A MILANO - Per la morte delle tre persone in seguito all’aggressione di sabato scorso, a Milano sarà lutto cittadino. Lo ha dichiarato il sindaco Giuliano Pisapia alla trasmissione ‘Uno Mattina’. "Oggi ho deciso di indire il lutto cittadino per onorare le vittime e per dimostrare la vicinanza della città ai familiari delle vittime". La data del lutto non è stata ancora fissata e dipenderà dal giorno in cui verranno celebrati i funerali delle tre vittime della follia di Mada Kabobo.
VERSO LA PERIZIA PSICHIATRICA - Mada Kabobo, il ghanese irregolare che, armato di una spranga e poi di un piccone, ha ucciso tre persone e ne ha ferite altre due, verrà sottoposto a perizia psichiatrica. Malgrado formalmente ancora non sia stata disposta, da quanto si e’ saputo, e’ molto probabile che l’uomo venga sottoposto nei prossimi giorni ad accertamenti psichiatrici anche alla luce dell’interrogatorio di ieri nel quale Kabobo ha detto di essere stato mosso nella sua follia da ‘’voci cattive’’.
Da quanto si e’ appreso, infatti, la difesa sta valutando la possibilita’ di chiedere una perizia psichiatrica e lo stesso sta facendo la Procura, con il pm di Milano Isidoro Palma, titolare delle indagini. La perizia, inoltre, potrebbe anche essere disposta d’ufficio dal gip Andrea Ghinetti con la formula dell’incidente probatorio. Da quanto si e’ saputo, in un caso del genere, e viste le dichiarazioni nell’interrogatorio, gli accertamenti psichiatrici sono in pratica un ‘’passaggio obbligato’’.
RICOSTRUZIONE DEL PASSATO - Inquirenti e investigatori, inoltre, stanno cercando di ricostruire il passato dell’immigrato e stanno cercando persone che possano essere venute in contatto con lui a Milano negli ultimi mesi e negli ultimi giorni. Gli inquirenti, infatti, avrebbero ricostruito in parte il suo ‘percorso’ pregresso, ma ci sarebbe un ‘buco’ che va dall’agosto dello scorso anno fino a sabato scorso (salvo una segnalazione per un controllo di polizia). Interrogato ieri dal gip, Kabobo, assistito dall’avvocato Matteo Parravicini, avrebbe raccontato, tra l’altro, di aver dormito in una ‘’stazione’’, senza precisare quale, tra venerdi’ e sabato, prima di andare nel quartiere Niguarda e scatenare la sua follia omicida.
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