di Luca Zorloni
Milano, 21 maggio 2013 - "No alle slot machines", c'è chi è riuscito a trasformare lo slogan in realtà. A Milano un esempio è Rosangela Bistolfi, a capo dell'associazione commercianti (Asco) di piazza De Angeli e dintorni. Nelle scorse settimane, con il sostegno dei negozianti della zona, ha impedito che in negozio sfitto di via Marghera aprisse una sala scommesse e videolottery. Si tratta delle Vlt, le macchinette che invece delle monetine mangiano direttamente banconote. Ora Bistolfi, titolare da vent'anni della boutique Lidia, chiede di più, unendosi al coro dei movimenti no slot: una legge nazionale per arginare l'espansione a macchia d'olio dell'industria della dea Bendata.
In via Marghera il movimento dei commercianti ce l'ha fatta per un cavillo burocratico. La futura sala scommesse aveva le carte in regola e le autorizzazioni di Comune e questura. Ma quando la numero uno di Asco De Angeli (126 iscritti) si è messa a spulciare meglio, ha scoperto che nel regolamento condominiale del civico 45, dove il mini casinò avrebbe aperto erano vietati i locali pubblici. Tant'è che lo stesso stabile aveva fatto partire una petizione per bloccare la sala giochi. Risultato: stop alle slot machine. Nel frattempo si erano mossi anche gli esercenti: in due settimane Bistolfi aveva raccolto 1.918 firme, nei negozi, nelle scuole, tra i clienti. Un muro di no.
La sala slot avrebbe aperto in un punto nevralgico del quartiere, spiega la titolare della boutique: "Lì vicino ci sono tre scuole, la biblioteca, due gelaterie. Tutti centri di aggregazione giovanile. E via Marghera è piena di negozi. E' come se il commercio locale avesse mandato alla sala giochi merce pronta per l'uso". Nella battaglia contro le slot di via Marghera, Bistolfi lamenta "l'assenza della politica, sia del consiglio di zona sia del Comune. Ci hanno detto che avevano le mani legate". Al sindaco Pisapia, che è testimonial di uno spot contro il gioco d'azzardo realizzato dal programma televisivo Le Iene, i negozianti dell'Asco De Angeli avevano fatto arrivare un foglio con i loro timbri per dire no alla sala giochi. "Un grande aiuto - prosegue Bistolfi - ci è invece arrivato dalla questura, da Confcommercio e da David Gentili", quest'ultimo presidente della commissione consiliare antimafia del Comune di Milano.
"I cittadini sono soli in queste battaglie", lamenta la numero uno dei negozianti. E aggiunge: "Anche in corso Vercelli l'apertura di un'altra sala giochi è stata bloccata grazie al regolamento condominiale". Gli strumenti in mano ai Comuni sono pochi e deboli. Lo dimostra la sospensiva del tribunale amministrativo regionale (Tar) riguardo al limite orario di apertura delle sale giochi messo a punto da Palazzo Marino. Anche il Comune ha perciò aderito al Manifesto per la legalità contro il gioco d'azzardo, per chiedere più poteri per i sindaci e una legge nazionale sul fenomeno delle slot. Bistolfi non può essere che d'accordo: "Il Tar ha respinto la norma sulla distanza minima delle sale giochi dagli obiettivi sensibili come scuole e parrocchie e sospeso l'ordinanza comunale sugli orari. Ora tocca al Parlamento fare una legge seria".
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