di Tino Fiammetta
Milano, 5 ottobre 2013 - «L’ho accompagnata all’ospedale di prima mattina per l’intervento, stava benissimo. Quattro ore dopo mi hanno chiamato e mia moglie era morta. Impossibile, impossibile. Nessuno mi ha detto perché, ma io voglio sapere ...». Piero Gitto, 47 anni, è il marito di Lucia Reis Mariano, brasiliana, cuoca in un ristorante del centro, in Italia da una quindicina d’anni. L’aborto a cui è stata sottoposta giovedì mattina ha avuto un epilogo tragico. Doveva essere un intervento di routine, o quasi. A parte le implicazioni etiche, un’operazione chirurgica già pianificata e preceduta da visite e controlli. L’unico cambiamento intercorso era quello della data dell’intervento che era stato semplicemente anticipato ma era programmato da tempo.
Ma qualcosa è andato storto e la donna di 37 anni, due ore dopo essere uscita dalla sala operatoria è morta. Ora saranno l’autopsia e l’indagine a stabilire se vi sia stata imperizia o disattenzione. Se ci sia cioè stato un errore umano oppure se si sia trattato di una fatalità. Il decesso è avvenuto all’ospedale Niguarda, una struttura attrezzata. Gitto è sconvolto, fatica a ricordare e mettere insieme i tasselli di una vita che per un calcolo incomprensibile si è spenta in una mattina devastante.
«L’ho lasciata in camera - spiega - era tranquilla stava benissimo, quando mi hanno detto che lei si doveva preparare sono uscito e ci siamo dati appuntamento per l’ora di pranzo... Sono andato a lavorare... Non sono rimasto là». Un complesso di colpa che emerge imperioso in maniera sempre più insistente e che Gitto cerca di sotterrare sotto un velo fragile di giustificazioni: «Dovevo aprire la mia carrozzeria, mi sto trasferendo da Cinisello a Bresso. È un momento molto difficile...». «Forse dovevo rimanere... », si interroga a mezza voce, poi riprende il filo del racconto.
«Invece - ricorda - mi hanno chiamato per dirmi che Lucia stava male. Quando sono arrivato all’una e mezza era già morta da un pezzo... perché? Mi sembrava sola, abbandonata... Dovevamo tornare a casa lo stesso pomeriggio». «Mi hanno detto - spiega - che l’intervento era riuscito, senza problemi, che lei era uscita dalla sala operatoria in condizione perfette...». Dopo le lacrime ha prevalso la rabbia: «Arresto cardiorespiratorio», hanno detto i medici, ma il vero motivo della morte è ancora oscuro.
«Non era malata - dice ancora il marito della donna - aveva già un’altra figlia in Brasile, che è accaduto? Nessuno ha saputo darmi una spiegazione...», dice il marito. E così Piero Gitto a fatica reagisce al dramma prima di essere schiacciato dal dolore. Il datore di lavoro della moglie gli fornisce il nome di un avvocato, gli consigliano di sporgere denuncia e il commissariato è l’ultima stazione dell’improvviso calvario.
«Voglio solo capire perché, non mi interessa altro... Possibile? Possibile che sia successa questa cosa?», sussurra Gitto che dopo la «pratica» in questura si accascia e perde anche quel filo di voce col quale aveva tuonato contro tutto e contro tutti, fino a poche ore prima. Il resto è prassi consolidata. All’ospedale Niguarda aspettano l’esito dell’autopsia.
L’intervento era andato bene, la paziente era tornata in camera e sembrava avesse risposto bene a tutto. Poi un rapido cedimento e la morte improvvisa. «Stava benissimo...», ripete ossessivamente Piero Gitto.
Poi racconta come lo hanno rintracciato dall’ospedale: hanno telefonato ai numeri che c’erano sul cellulare della moglie e lo ha chiamato un collega di lavoro. Non c'è rancore nelle parole del marito di Lucia: «Ora aspetto i miei parenti che vengono da Mazara del Vallo e soprattutto i parenti di Lucia che devono venire dal Brasile. Che cosa dirò loro, che cosa dirò?».
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