Milano, 5 marzo 2014 - Un 36enne salvadoregno fermato nella notte ha confessato il duplice omicidio di via Segneri (FOTOGALLERY), a Milano. L'uomo, Victor Hugo Menjivar (FOTOGALLERY), ha reso confessione davanti al procuratore aggiunto Alberto Nobili e al sostituto Gianluca Prisco. E' un conoscente di Libanny Meijia Lopez, la 29enne trovata nuda e sgozzata ieri pomeriggio nel suo appartamento di zona Lorenteggio. La donna aveva rifiutato un'avance sessuale di Menjivar, fatto che ha scatenato la furia omicida che ha travolto anche il figlioletto Leandro, di 3 anni, ucciso a coltellate perché testimone scomodo.
Il padre del piccolo Leandro e compagno della donna - che era stato sentito ieri in Questura - era totalmente estraneo alla vicenda.. Menjivar ha raccontato tutto durante un lunghissimo interrogatorio durato sei ore dalle 22 alle 4, negli uffici della Squadra Mobile davanti al procuratore aggiunto di Milano Alberto Nobili e al pm Gianluca Prisco, che hanno chiesto per Menjivar la convalida del fermo al gip e la custodia in carcere
LA CENA - Stando a quanto ricostruito, il salvadoregno, amico della donna, sposato e con un altro figlio in arrivo, impiegato come tuttofare in alcune discoteche milanesi era a cena dalla donna dove aveva portato anche suo figlio di 4 anni, amico del bambino di lei. I figli frequentavano la stessa scuola e si sono messi a giocare in un'altra stanza. La donna era anche amica della moglie del fermato e tra i due non c'era mai stata una relazione. Dopo aver mangiato e bevuto molto, pare più di 20 birre e poi ha tentato a piu' riprese di avere un rapporto sessuale con la donna, che ha sempre respinto le avances.
LA FURIA OMICIDA - Ha insistito a lungo e all'ennesimo rifiuto ha preso un coltello dalla cucina. La donna allora ha cercato di salvarsi la vita spogliandosi e offrendosi a lui. L'uomo tuttavia era molto ubriaco e ha perso la testa, probabilmente era conscio che la dominicana avrebbe raccontato tutto a sua moglie. Così l'ha uccisa.
Ha cercato poi di nascondere il cadavere dietro al divano per non farlo vedere ai bambini, che intanto avevano sentito le urla. Così, Menjivar Gomez ha deciso di eliminare anche il piccolo, che per lui era un testimone scomodo, ossia aveva visto l'uomo uccidere la donna, come ha ammesso lo stesso Menjivar. La donna e il figlio, secondo i rilievi medico-legali, sarebbero stati sgozzati, date le profonde lesioni alla gola. Dopo il duplice omicidio e' uscito dalla casa e ha gettato il coltello in via Primaticcio e, dopo la confessione, l'ha fatto ritrovare agli investigatori.
LE ACCUSE - I pm hanno chiesto la convalida del fermo e la custodia cautelare in carcere con le accuse di duplice omicidio volontario aggravato dai motivi abietti e futili e dal fatto che il secondo omicidio, quello del bimbo, e' stato commesso per cercare di sfuggire alle responsabilita' per il primo. Ora spettera' al gip interrogare il fermato, probabilmente domani, e decidere sulla convalida e la misura cautelare.
ABITAVA A PONTE SESTO - Qui la chiamavano Yinette e non con il primo nome (Libbany). Ma in pochi se la ricordano davvero. La ragazza lavorava in una gelateria nella piccola frazione di Rozzano: "Era talmente timida - racconta il suo ex datore di lavoro - che finiva per passare inosservata. Una donna riservata, chiusa. Il figlio era il suo orgoglio, tutta la sua vita".
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