Milano, 10 maggio 2014 - Il blocco selvaggio è scattato poco dopo le 18.30. Come previsto. I tassisti hanno smesso di caricare i clienti assiepati sulle banchine di piazza Luigi di Savoia, «polmone» delle auto bianche in Stazione Centrale. Il motivo: la battaglia a oltranza contro il nuovo servizio lanciato dalla società californiana Uber, l’evoluzione Pop dell’app per smartphone con conducenti improvvisati e tariffe low cost.
«Sono dei veri e propri abusivi», il grido di battaglia. Passati pochi minuti, la protesta si è fatta itinerante: scortati dalle forze dell’ordine, i padroncini, un’ottantina, si sono messi al volante per raggiungere piazza della Scala in corteo. Tutti in coda in piazza Repubblica, poi in corso Europa, fino ad arrivare davanti a Palazzo Marino: «Il Comune si deve svegliare». In realtà, l’amministrazione si è già mossa da tempo. Lo testimoniano i numeri forniti dall’assessorato alla Sicurezza: i dati parlano di 64 sanzioni comminate agli Ncc, 23 contravvenzioni per abusivismo, 11 veicoli sottoposti a fermo amministrativo e altri 90 costretti a spegnere i motori; in totale, la polizia locale ha punito 346 violazioni. E ancora, Granelli e Maran si sono subito schierati contro Uber Pop, chiedendo un intervento risolutore al ministro Maurizio Lupi. Ai tassisti non basta. E ieri pomeriggio lo hanno dimostrato: rientrati alla base attorno alle 20.30, i conducenti hanno ricominciato a fatica a prendere corse. Silla Mattiazzi di Uiltrasporti, propone un’altra forma di “disobbedienza”: «Liberalizziamo per un giorno gli orari, così faremo vedere quello che siamo capaci di fare 24 ore su 24».
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