Milano, 4 ottobre 2016 - «Stiamo preparando il dossier per definire la candidatura ufficiale: Milano ha i numeri, le eccellenze e le infrastrutture per ospitare la sede dell’Agenzia europea del farmaco». L’assessore regionale all’Università, ricerca e open innovation, Luca Del Gobbo, referente del tavolo post Brexit in Regione non usa mezzi termini. Come lui la pensano il governatore, Roberto Maroni, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala - quest’ultimo ha voluto che il trasferimento dell’Ema (European Medicines Agency) fosse inserito nel «Patto per Milano» siglato con il premier Renzi - e il Governo. Questione di prestigio internazionale. Ma, soprattutto, di numeri. Ogni anno dall’Ema passano 56mila delegati provenienti da tutta Europa. Solo nel 2015, l’Agenzia europea del farmaco ha autorizzato la vendita di 93 medicinali di cui 39 con nuove sostanze attive.
Quale strategia intendete adottare per raggiungere il risultato? «La sinergia tra istituzioni, mondo imprenditoriale e ricerca. L’impegno della Regione è quello del sindaco di Milano Sala, del governo e del ministro Martina, delle imprese rappresentate da Diana Bracco, del rettore della Statale Gianluca Vago».
Perché l’Ema dovrebbe avere sede in Italia? «L’Italia è il secondo mercato del farmaco in Europa dopo la Germania ed è uno dei Paesi fondatori dell’Unione europea. A Parma poi, a un’ora e mezza d’auto, ha sede l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e ritengo strategico, come accade negli Stati Uniti ad esempio, unificare nello stesso Paese le agenzie che hanno a che fare con salute e cibo».
Perché a Milano? Quali sono le carte che intendete giocare nella candidatura? «Milano sarà la città dello Human Technopole, che occuperà una parte del sito dove nel 2015 si è tenuta l’Esposizione universale, e diventerà il centro della ricerca. Milano ha le infrastrutture adeguate. Non dimentichiamo, poi, che la Lombardia investe ogni anno 7 miliardi in ricerca e innovazione ed è la regione italiana con più addetti nel settore farmacologico, 28mila».
Quale indotto potrebbe generare la presenza dell’Agenzia del farmaco? «L’Ema è una struttura da 800 dipendenti, con un budget annuale di 300 milioni: faremo di tutto per portarla a Milano. Avere qui la sede dell’Agenzia del farmaco significa offrire ai nostri giovani laureati più occasioni di trovare lavoro».
Avete definito una scadenza? «Definire i tempi ora è prematuro anche perché Londra non è ancora fuori dall’Europa».
Temete concorrenze interne? «Di che tipo?»
Il Lazio, Roma... «Non credo: la sede naturale è Milano».