Milano, 22 settembre 2017 - Due episodi solati e senza alcun legame tra loro. La Questura di Milano ha confermato l’indagine in corso della Squadra Mobile in seguito all’aggressione di uno studente di 16 anni, avvenuta all’interno del Parco Nord. L’episodio risale al 7 settembre scorso, quando il ragazzo, che stava svolgendo un periodo di «alternanza scuola-lavoro», si trovava nelle aree alle spalle dell’ospedale Bassini. Secondo il racconto del ragazzo agli investigatori, è stato aggredito alle spalle da un uomo, quasi certamente uno straniero. È riuscito a divincolarsi dopo una breve collutazione ed è fuggito verso la Cascina centro Parco, dove ha trovato gli operatori del Parco Nord che lo hanno soccorso. L’ipotesi avanzata da lui stesso è che l’aggressore avesse cercato di abusare di lui. Anche se non è stata esclusa la pista di un’aggressione a scopo di rapina.
Il ragazzo è stato sentito per ore da una agente della polizia con cui ha ricostruito passo dopo passo quanto accaduto quella mattina in una zona decisamente appartata dal parco, anche se a pochi passi dal parcheggio dell’ospedale. Il verbale con le testimonianze è riservatissimo. La scelta serve a semplificare le indagini e soprattutto a difendere la privacy del minorenne. Intanto sul fronte politico il clima è surreale. Il Parco Nord, già teatro di un altro episodio di violenza avvenuto il 31 agosto - una donna di 81 anni è stata violentata - ha già mosso i primi passi per affrontare la questione sicurezza insieme alle amministrazioni comunali di tutto il Nord Milano. Si è tenuto un incontro al quale ha preso parte anche l’assessore comunale alla Sicurezza Carmela Rozza. Invece il consigleire regionale Riccardo De Corato ha «presentato un’interrogazione in Regione per chiedere di attivarci noi almeno nei casi delle grande aree verdi che affacciano su più Comuni, come il Parco Nord».
«Bisogna installare telecamere – ribadisce De Corato – che agiscano come deterrente, come fece il centrodestra per il Parco delle Cave, e poi si potrebbe pensare ai vigilantes armati se non addirittura ai militari». Tagliente il consigliere regionale leghista Jari Colla: «La sinistra dovrebbe passarsi la mano sulla coscienza e il presidente del Parco Nord Roberto Cornelli, del Pd, anziché partecipare alla marcia dei migranti, farebbe meglio a preoccuparsi di garantire la sicurezza del suo parco».
Respinge drasticamente ogni allarmismo Mino Capelloni, cavaliere ufficiale che da 30 anni è comandante delle Guardie Ecologiche Volontarie del Parco Nord. Non entra nel merito dell’episodio per rispetto delle indagini in corso, ma rifiuta con forza l’idea che il parco, che lui ha contribuito a creare, possa essere reputato un luogo pericoloso. «Siamo in una realtà metropolitana, con tutti i fenomeni che la riguardano, ma possiamo tranquillamente affermare che in 30 anni non abbiamo mai avuto situazioni di emergenza. Gli episodi di criminalità, anche tragici, ci sono stati, ma sono stati sempre circoscritti e hanno riguardato le aree marginali del parco».