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Droga, maxi-processo contro i clan di Quarto Oggiaro: chiesti 500 anni di carcere

Traffico di stupefacenti legato alla 'ndrangheta, quaranta imputati fra cui Biagio Crisafulli

Una foto d'archivio del quartiere di Quarto Oggiaro a Milano (Newpress)

Milano, 12 ottobre 2017 - Un totale di quasi 500 anni di carcere, divisi per una quarantina di imputati tra cui Biagio Crisafulli, storico boss del narcotraffico in Lombardia e per cui è stata chiesta la pena più alta: 30 anni.

Sono i numeri delle pesanti richieste di condanna formulate oggi, giovedì 12 ottobre, dal pm di Milano Marcello Musso al termine della requisitoria nel processo su un presunto traffico di stupefacenti con legami con la 'ndrangheta gestito da clan radicati nel quartiere milanese di Quarto Oggiaro. Gli imputati - tra cui Crisafulli, 62 anni e in carcere da ormai quasi venti - erano rimasti coinvolti negli anni scorsi in varie tranche di una maxi-inchiesta, chiamata Pavone, che vedeva al centro i clan Muscatello e Crisafulli, per un presunto traffico di cocaina gestito con legami con storiche famiglie della 'ndrangheta e l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico, anche con l'aggravante mafiosa. Nel 2015, con rito abbreviato, erano arrivate oltre 30 condanne a pene fino a 20 anni.