Milano, 22 dicembre 2016 - "Ritengo ingiusta la sentenza di oggi e la impugnerò, convinto che la mia piena innocenza sarà alfine riconosciuta". Queste le prime parole di Roberto Formigoni, dopo la condanna a 6 anni. "Sono ovviamente amareggiato ma sereno, una volta di più consapevole della assoluta correttezza del mio operato in tutti i lunghi anni di presidenza di Regione Lombardia", aggiunge, perché "mai, in nessun modo e in nessuna occasione, ho lasciato che interessi personali influissero sulle scelte di governo della cosa pubblica".
"Mai, in nessun modo e in nessuna occasione, ho lasciato che interessi personali influissero sulle scelte di governo della cosa pubblica - ha affermato Formigoni -. Mai ho ricevuto vantaggi per piegare la mia attività di amministratore". "D'altro canto - prosegue l'ex governatore che ha diffuso anche una nota - i risultati ottenuti da Regione Lombardia in diversi campi e in particolare nella sanità, durante i miei anni, sono sotto gli occhi di tutti i cittadini e dei moltissimi che da altre Regioni vengono a farsi curare in Lombardia. L'eccellenza e la qualità del servizio reso si sono sempre accompagnate all'oculatezza della gestione economica, per diversi anni Regione Lombardia è stata l'unica Regione ad avere i bilanci in pareggio. Ciò si è reso possibile attraverso decisioni, tutte condivise con tutti gli assessori succedutisi nel tempo, adottate con il contributo essenziale di dirigenti e tecnici dal valore indiscutibile".
"La sentenza di oggi - sottolinea Formigoni - ha fatto cadere l'accusa più grave che costituiva lo scheletro e la sostanza dell'intero impianto accusatorio, e cioè l'associazione a delinquere. È stato assolto l'amico Alberto Perego. Sono stati assolti tutti i dirigenti di Regione Lombardia a partire dagli amici Sanese e Lucchina, che sono sempre stati i capisaldi della mia azione. Ed è stata così riconosciuta la piena correttezza e legittimità di tutti gli atti regionali e di tutte le delibere che erano state impugnate come presunta prova della corruzione. È stata riconosciuta la correttezza di Regione Lombardia, dei dirigenti di Regione Lombardia, dello stesso presidente di Regione Lombardia".
"È stata condannata la persona di Roberto Formigoni - conclude quindi l'ex governatore, oggi senatore di Ap -, e sono veramente ansioso di conoscerne le motivazioni, dal momento che, come è noto a tutti, un presidente di Regione, senza il concorso nell'azione di dirigenti, funzionari, assessori, nulla può mettere in atto, né di positivo né di negativo. D'altra parte la legittimità e la correttezza degli atti regionali contestati erano state già avvalorate in tutte le occasioni in cui la giustizia amministrativa (Tar, Corte dei Conti nazionale e regionale, Consiglio di Stato) era stata chiamata a pronunciarsi".