GIAMBATTISTA ANASTASIO
Cronaca

"Milano avrà la sua moschea": dopo lo stop, il Comune promette

Domani parte la raccolta di manifestazioni d'interesse a costruire luoghi di culto

Una musulmana

Una musulmana

Milano, 15 luglio 2016 - Il piano moschee è pronto a ripartire. Gli uffici comunali hanno inziato a lavorarci già ieri ma il nuovo iter sarà annunciato e definitivamente avviato domani, a 48 ore dalla revoca del piano precedente. A confermarlo sono Anna Scavuzzo, vicesindaco con delega ai Rapporti con le comunità religiose, e Pierfrancesco Maran, assessore all’Urbanistica. Nessuna illusione, però: la ripartenza sarà pure lampo, ma i tempi per la conclusione della procedura si annunciano comunque lunghi. E l’esito non è ancora così scontato: le associazioni islamiche milanesi hanno detto a chiare lettere che non intendono ripartire da zero, come se finora nulla fosse stato fatto. Al momento il "Coordinamento delle associazioni islamiche" (Caim) non esclude il ricorso alle vie legali nel caso in cui gli incontri con l’amministrazione comunale, in programma in questi giorni, non dovessero convincere. Ieri è stata la volta della "Casa della Cultura Musulmana" di via Padova 144, presieduta da Asfa Mahmoud e ricevuta dalla stessa Scavuzzo e da Pierfrancesco Majorino, assessore a Politiche sociali e Diritti. Martedì sarà la volta proprio del Caim, capeggiato da Davide Piccardo. Si riparte, sì. Ma come?

Per effetto della legge regionale, il Comune deve dotarsi, ora, di un "Piano per le attrezzature religiose" che individui le aree coi requisiti per ospitare i luoghi di culto e che vada ad integrare il Piano di Governo del Territorio (Pgt). Detto altrimenti: la legge regionale esclude la fattispecie dei luoghi di culto dall’ordinario piano dei servizi. Per i luoghi di culto serve, invece, un piano ad hoc. E Palazo Marino deve metterlo nero su bianco. L’avvio di tale piano avverrà nell’immediato perché la Giunta di Giuliano Pisapia, sul finire del mandato, approvò una delibera, firmata dall’allora assessore all’Urbanistica, Alessandro Balducci, nella quale si prevedeva la necessità di dotarsi di questo documento proprio sulla scorta della legge regionale. Una prova, questa, che il sindaco Giuseppe Sala e la sua Giunta avevano realizzato già da qualche tempo che il bando dell’esecutivo pisapiano non poteva essere portato a compimento. Ciò detto, domani si aprirà la fase uno dell’operazione bis.

"Venerdì – spiega Maran – pubblicheremo una sorta di avviso nel quale inviteremo chiunque voglia aprire un luogo di culto a farsi avanti presentando agli uffici comunali istanze d’interesse". Da settembre, contestualmente alla fase di raccolta di tali istanze, si avvierà la stesura del piano: "Occorrerà almeno un anno prima che lo si possa chiudere" anticipa Maran. Il Caim come la stessa Casa della Cultura Musulmana hanno ribadito ieri che vogliono siano riconosciuti, nella procedura bis, i progetti e gli impegni economici messi sul tavolo per il bando revocato. "Ora – scandisce la Scavuzzo – la priorità è recuperare la fiducia delle comunità religiose, islamiche e no. Prematuro parlare di eventuali premialità e di aree. Il nostro obiettivo non cambia, resta la libertà di culto".