Milano, 29 giugno 2017 - Quando il feretro di Paolo Limiti ha abbandonato la chiesa di Santa Maria Goretti di via Melchiorre Gioia, attorno alle 16, è scoppiato un temporale estivo: la pioggia era fittissima. Come se il cielo, a suo modo, avesse voluto unirsi alle lacrime e al dolore delle centinaia di persone – non solo volti noti dello spettacolo ma anche gente comune - che ieri hanno voluto dare l’addio al conduttore televisivo «nazionalpopolare». Di origini milanesi, Limiti era nato l’8 maggio del 1940 ed è scomparso l’altro ieri, a 77 anni, nella sua casa al quartiere Maggiolina. Un anno fa si era ammalato di tumore.
In prima fila in chiesa, a seguire la cerimonia, oltre all’assessore alla Cultura Filippo Del Corno, c’era la conduttrice veneziana Mara Venier che con lui divise la conduzione di «Domenica In» tra il 2004 e il 2005: «L’unica emozione che provo è la grande tristezza per la perdita di un grande uomo di spettacolo e di un grande amico». Più volte si è commossa durante l’omelia. Il collega Fabrizio Frizzi lo ha definito «grande professionista» capace di gesti di umanità: «Era una persona molto generosa. Lo fu con me in un periodo difficile, dandomi visibilità nel suo programma». Pupo ha ricordato anche l’altro volto della carriera di Limiti che fu uno dei parolieri più apprezzati nella storia della musica leggera italiana. Sue le parole di canzoni rese celebri, fra gli altri, da Mina e Mia Martini: «Un uomo positivo che amava scrivere in grande allegria come nella canzone di “Sacumdì Sacumdà” che parlava di una proposta indecente…».
Il parroco don Giuliano durante la cerimonia ha messo in luce la profondità dei suoi «versi», finendo per parlare di «poesia» per la canzone “La voce del silenzio” che Mina lanciò nel 1968. «Paolo è stato in grado di toccare quel mistero che anche il linguaggio fatica a dire». Per Gigi Reggi, giornalista che fu suo amico per 50 anni, la sua forza era la «curiosità di scoprire le novità. Andava spessissimo a New York o a Los Angeles e io mi andavo da lui ogni volta perché conosceva in anticipo ogni cosa che succedeva nel mondo dello spettacolo. Aveva un entusiasmo incontenibile per il suo mestiere».
Eer Silvana Giacobini, giornalista e scrittrice, era un «uomo di cultura sterminata e grande levatura morale». Sulla stessa scia Klaus Davi, massmediologo, secondo cui Limiti era «gentiluomo e uomo che si batteva per le sue idee con coraggio. La sua televisione non è stata valorizzata come avrebbe meritato. Ma del resto lui era fuori dalla politica: non andava a bussare alla porta del segretario di turno. La gente era, è e sarà con lui». Ketty Cinieri, hair stylist, fu sua collaboratrice dietro le quinte durante gli anni ’90, quando Limiti divenne conosciutissimo al grande pubblico, grazie ai suoi programmi pomeridiani sulla Rai, dedicati alla storia della musica leggera italiana. «Non c’è assolutamente nessuno che possa sostituirlo nel panorama tv attuale. Faceva parte della vera televisione che ora non esiste più» ha detto.