Status, la Vendetta di Marracash fa tappa a Milano

Chirurgo della parola, ingegnere del flow, Marracash è tornato a far parlare di sé grazie alla riedizione di “Status”: “Vendetta”, un album consacrato da vere e proprie rarità fra inediti, provini e brani presi in prestito alle esibizioni live di FRANCESCA NERA

Marracash

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Milano, 27 febbraio 2016 - Era il 2005 quando, sull’ormai celebre beat firmato Don Joe, il rapper Marracash cantava “Popolare”. E oggi, a 11 anni di distanza, “popolare” lo è diventato sul serio. Una stella senza mezzi termini, portavoce di quell’eleganza street in grado di conservare la sua fama da “principe di Barona” che fu, fino a conquistare l’epiteto di “king del rap” che è. Chirurgo della parola, ingegnere del flow, Marracash è tornato a far parlare di sé grazie alla riedizione di “Status”: “Vendetta”, un album consacrato da vere e proprie rarità fra inediti, provini e brani presi in prestito alle esibizioni live. E sarà proprio la versione “plus” del disco (certificato d’oro lo scorso marzo) la protagonista del concerto di questa sera al Fabrique di Milano.

A un anno esatto da “Status” un’edizione arricchita. Cos’è cambiato?

“Ho colto l’occasione per buttare fuori nuova musica con tracce ad hoc e per celebrare il successo del disco”.

Lo considera il suo album della “maturità”?

“Non amo attribuire etichette ma posso indubbiamente definirlo un lavoro ben fatto. Nella mia discografia ogni album si potrebbe definire ‘maturo’, in quanto parte di un percorso”.

La riedizione del disco è stata trainata dal singolo “Niente canzoni d’amore” con la giovane Federica Abbate. Sommando il brano a quelli con Neffa e Tiziano Ferro spunta una vena un po’ pop.

“In realtà non ho fatto nulla di nuovo rispetto al passato. Non voglio fare il rapper per il rap, l’underground o per i rapper che parlano solo fra di loro, focalizzandomi solo su me stesso. Fin dai primi pezzi della carriera ho dimostrato la mia attitudine ‘popolare’ come in ‘Bastavano le briciole’ o nel brano ‘Rivincita’ insieme a Giusy Ferreri”.

Con Guè Pequeno ha in cantiere un nuovo progetto. Di che si tratta?

“Sarà un disco molto divertito, sicuramente meno cupo e viscerale rispetto a ‘Status’. Una sorta di ritorno alle origini con la Dogo Gang. A breve io e Guè partiremo per il Brasile per una nuova sessione di scrittura. Si tratta della seconda insieme, dopo le due di Tenerife”.

E al Fabrique cosa porterà questa sera?

“Mentre il precedente tour era incentrato sull’album ‘Status’, questa volta sarà il tour di Marracash con uno show incentrato esclusivamente su di me. Non mancheranno brani di repertorio e cavalli di battaglia”.

Ospiti?

“Niente ospiti altisonanti stavolta ma ci sarà un’apertura intensa con Achille Lauro, Luchè, Sfera Ebbasta, Charlie Charles e tutto il roster di Roccia Music”.

Che effetto le fa esibirti nella sua città?

“A Milano è sempre bello e la risposta del pubblico è altissima. In questa città c’è sempre maggior fermento artistico e culturale rispetto alle altre. La forte partecipazione ai live riflette anche questo aspetto”.

“Trasmetto dalla città delle opportunità e degli opportunisti”. Lo cantava in “Non passerà”, nel 2011. Oggi la vede ancora così Milano?

“In quel caso l’accezione era dispregiativa. In questo momento Milano è particolarmente dinamica, succedono molte cose e negli anni ha fatto di tutto per migliorarsi”.

Appuntamento questa sera (sabato 27) al Fabrique di Via Fantoli, Milano; ore 21.

di FRANCESCA NERA