REDAZIONE MILANO

Giallo di Affori, i dubbi su alibi e telecamere

Gli investigatori rivedono tutti i filmati, risentita la famiglia di ANNA GIORGI

Polizia ad Affori

Polizia ad Affori

Milano, 14 febbraio 2016 - Meno di un chilometro di distanza tra la casa in cui Maurizio Pozzi è stato ucciso e il negozio di scarpe da cui sarebbe uscito alle 18.20. Trentacinque minuti in tutto per consumare un omicidio feroce e allontanarsi senza incrociare nessuno. Tempi e luoghi ristretti sui quali gli investigatori della squadra mobile si concentrano da una settimana, ricostruendo minuti e alibi. Telecamere e racconti da incrociare. In un punto però la versione della figlia Simona si incrina. Nel tragitto che lei ha indicato agli inquirenti avrebbe dovuto essere inquadrata dalla telecamera di una banca, che però non la riprende. Nel momento in cui si consumava l’omicidio dell’anziano la moglie Angela e la figlia Simona sarebbero state in negozio. Quest’ultima sarebbe uscita, dopo il padre, per commissioni.

Ha raccontato agli investigatori di essere rimasta nella zona, le telecamere la riprendono, così come uno scontrino proverebbe l’orario di un acquisto. Ma ristudiando il suo percorso e riguardando i filmati di tutte le telecamere, incrociati con gli orari, ci sarebbe qualcosa che non coincide completamente, un passaggio della donna che avrebbe dovuto essere obbligato e ripreso in video che invece, appunto, non risulta. In quel punto preciso la telecamera non riprende nessuno, non in quei minuti. Un dettaglio destinato a perdersi in un mare di immagini, o forse l’incrinatura di un alibi che nei primi giorni sembrava non fare una piega.

Questo lo diranno gli investigatori che per il momento continuano ad analizzare filmati e tracce lasciate nell’appartamento. A sentire la famiglia e i vicini di casa. La moglie dell’uomo invece, sarebbe rimasta in negozio fino a tardi, fino alla chiusura. Di certo, per ora, c’è soltanto la sequenza degli orari riportata dai testimoni. I debiti della famiglia, consistenti, e le liti per il denaro. Sarebbe questo il movente più probabile, sarebbero i soldi.

Ma chi ha potuto uccidere in quel modo Maurizio Pozzi? Perché l’anziano è stato massacrato, otto colpi, sette sulla tempia sinistra, uno sulla destra. L’omicidio è stato commesso con rabbia, l’assassino è qualcuno che lo conosceva bene, che con lui aveva confidenza. Che lo aspettava a casa, che aveva le chiavi dell’appartamento o qualcuno a cui l’anziano ha aperto la porta. Il vicino di pianerottolo ha detto alla polizia di averlo visto entrare solo. Con lui è salito in ascensore, alle 18.45. Poi solo le grida della moglie che chiamava aiuto.