Milano, 3 marzo 2011 - Doveva essere il giorno dell’ufficializzazione di Manfredi Palmeri come candidato sindaco del terzo polo alle elezioni comunali di Milano. È stato, invece, il giorno dell’ennesimo rinvio. La chiusura dei giochi ora viene annunciata per domani. Contrariamente alle aspettative, il vertice tenutosi ieri a Roma tra i leader dei tre partiti del terzo polo, Unione di Centro (Udc), Futuro e Libertà (Fli) e Alleanza per l’Italia (Api), si è rivelato infatti un vertice interlocutorio. Possibile che oggi ci sia un altro incontro, sempre a Roma. La fumata grigia sarebbe dovuta a una spaccatura tra i vertici capitolini e quelli milanesi dei partiti. I primi - è il caso, soprattutto, dei vertici di Udc e Api - ritengono più spendibile il nome del rivale di Palmeri, l’onorevole rutelliano Bruno Tabacci. Dal capoluogo lombardo continuano, invece, a spingere perché sia candidato il finiano, attuale presidente del Consiglio comunale milanese. Palmeri resta il favorito alla corsa per le comunali, ma dalla parte di Tabacci ci sarebbero i sondaggi che lo danno davanti all’uomo di Fli di almeno due punti percentuali.

 

Ma sondaggi a parte, la scelta del candidato è, per il terzo polo, anche una scelta di campo sotto l’aspetto dei rapporti con il Pdl a Milano. Più facile pensare a un’alleanza con Letizia Moratti, al ballottaggio, nell’ipotesi che il candidato sia Tabacci. Meno proponibile, l’alleanza al ballottaggio, nell’ipotesi che il candidato sia - invece - Palmeri. A rilanciare la candidatura del presidente del Consiglio comunale ha pensato, ieri, Massimo Cacciari. L’ex sindaco di Venezia è venuto a Milano e dopo aver incontrato il presidente del Consiglio comunale, ha insistito sulla necessità di badare anche al legame del candidato col territorio e non solo alla notorietà del candidato stesso. Una chiara allusione ai motivi che inducono i vertici nazionali di Udc e Api a preferire Tabacci. «Senza una candidatura forte di centro — ha esordito l’ex primo cittadino —, Milano non sarà degnamente rappresentata e quella di Palmeri è una candidatura che va in questa direzione: è certo che lo appoggerò». «È indispensabile che si sciolga questo dilemma e si individui un candidato — ha poi proseguito Cacciari a proposito delle resistenze della componente cattolica del terzo polo alla candidatura di Palmeri e del ritorno di Tabacci —. Entrambi i nomi sono di spessore ma — ecco l’affondo — credo che oltre alla notorietà bisognerebbe tener conto anche della capacità di poter proseguire l’impegno profuso in città».