di Rossella Minotti
Milano, 11 apriel 2013 - LA DECISIONE del Consiglio nazionale di ieri, che dovrà essere confermata dal Comitato disciplinare e di Garanzia, è l’ultimo colpo di ramazza all’interno della Lega Nord. In via Bellerio in poco meno di due ore si è consumato l’ultimo atto della tragedia di Umberto Bossi, che da capo incontrastato della Lega Nord si è ritrovato a dover cedere non solo lo scettro di segretario federale ma anche a veder sparire quel cerchio di fidi consiglieri meglio noto come cerchio magico.
AL CONSIGLIO nazionale presieduto dal battagliero segretario Matteo Salvini in 25 votano a favore di «provvedimenti disciplinari nei confronti di 6 militanti, delegando il segretario nazionale ad approfondire i singoli casi, eventualmente incontrando gli interessati, prima di procedere con i provvedimenti». Ma i sei destinatari dei provvedimenti non sono militanti qualunque. L’esponente più di spicco è Marco Reguzzoni, ex capogruppo alla Camera e acerrimo nemico di Maroni. Sotto la scure del consiglio cadono anche gli ex parlamentari Marco Desiderati e Alberto Torazzi, il senatore Giovanni Torri, Flavio Tremolada e Marco Brigliadori. Si riparla anche di Monica Rizzi, ma l’ex assessore regionale, indagata e poi assolta per una vicenda di dossier, non ha nemmeno ritirato la tessera, e non se ne fa nulla. Nelle ultime settimane, dopo la vittoria di Roberto Maroni in Regione, alcuni di questi sei nomi avevano più volte polemizzato in maniera aperta, sia su Facebook che con dichiarazioni su giornali e agenzie. Poi c’è stata la Pontida di domenica, con i disordini sul pratone, i militanti che protestavano e Umberto Bossi a far da paciere dal palco. Amareggiata, la base ha messo sotto accusa alcuni bossiani doc, accusati di essere i mandanti dei disordini, fomentati da striscioni che rappresentavano Maroni col naso da Pinocchio, reo di non aver abbandonato la poltrona di segretario federale dopo l’elezione in regione come promesso. Igor Iezzi, segretario provinciale e consigliere comunale, che è fra i leghisti che hanno proposto le espulsioni, commenta: «Non è tanto per Pontida, ma per le troppe dichiarazioni degli ultimi mesi. Da gente che aveva come unico scopo far uscire sui giornali cose che mettessero in cattiva luce la Lega. Basta pensare a Desiderati, che continuava a polemizzare su Facebook e poi all’ultimo Federale non si è presentato. A me spiace per i militanti mandati avanti da questi personaggi che poi non si fanno vedere».
«IN MEZZO alla situazione economica e politica che stritola il Paese e all’evidente crisi che attraversa la Lega, il Consiglio Nazionale del movimento che fa? Unisce, come chiesto da Bossi e Maroni a Pontida? Rilancia una nuova strategia? No, propone espulsioni senza motivazioni. Ci sentiamo delle vittime: la vicenda si commenta da sola» ribatte Reguzzoni che doveva andare a Pontida però poi ha rinunciato. Resta da vedere se i garanti, presieduti da Umberto Bossi, confermerà le espulsioni. Espulsioni che non piaceranno nemmeno al governatore veneto Luca Zaia, che proprio ieri ribadiva che la soluzione ai conflitti interni «non è quella di adottare provvedimenti disciplinari, bensì di trovare con abilità e intelligenza la soluzione». In Veneto il Consiglio nazionale si terrà sabato.
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