Milano, 2 settembre 2015 - Dietro quel cancello verde di via Domokos c’è un luogo unico e nascosto di Milano, che avrebbe ispirato Virgilio e fatto innamorare Mario Rigoni Stern. Decine di migliaia di regine, fuchi e operaie al lavoro in più di 150 alveari. «Non esiste un allevamento simile in nessuna altra città del mondo», giura Salvatore Minniti, 68 anni, davanti all’attività di famiglia in piedi da più di mezzo secolo. «Solo che vogliono spianarla con le ruspe. Ma dovranno passare sul mio cadavere per portarmi via le api». Siamo in via Domokos, all’interno di Piazza d’Armi, zona Forze Armate. Dove finisce la strada asfaltata comincia una zona verde, fatta di orti e di un’apicoltura. Ben all’interno dell’area urbana. «Solo che ora vogliono sgomberarci – lamenta Minniti – come avevano già tentato di fare a inizio anno quando la polizia locale aveva messo dei new jersey ai due imbocchi della via e avevano intimato agli “ortisti” di rimuovere tutte le loro attrezzature. Ma poi si è bloccato tutto. Forse perché hanno visto le mie arnie». C’è da dire che i blocchi in calcestruzzo furono dislocati anche perché allora fu sgomberato un accampamento abusivo rom. Ma il rischio persiste.
L’insolito allevamento si trova all’interno della Piazza d’Armi, storico campo d’esercitazione dell’ex caserma Perrucchetti (400mila metri quadrati), di recente trasferita dall’esercito al Demanio civile. Un bando del 10 agosto prevede una serie di carotaggi per effettuare una bonifica dalla «presenza di amianto», come spiega il Comune. In vista della futura valorizzazione dell’area, in base al protocollo d’intesa tra ministro della Difesa, Comune e Agenzia del Demanio per la restituzione alla città di «aree riqualificate che per il 50% dovranno essere destinate a verde e servizi». E 50% edificabili. In questi giorni gli “ortisti” sono tornati in allarme. C’è aria di sgombero. «Ma come farei? – si chiede l’apicoltore – Senza dimenticare che le api sono fondamentali per l’ecosistema».
Una legge del 2004 riconosce l’apicoltura come «attività di interesse nazionale, utile per la conservazione di ambiente naturale, ecosistema e agricoltura in generale». Minniti rincara la dose: «Sono iscritto alla Camera di Commercio. L’allevamento è regolarmente denunciato. Pago le tasse. Vendo il miele millefiori ai mercatini: tutto a norma. Questa attività è qui da 50 anni, l’hanno curata mio padre e mia madre. Avrò qualche diritto?». Minniti si è rivolto a un legale per chiedere la rimozione dei new jersey. E un ravvedimento del Comune. «Potrebbe riaffidare una parte dei terreni – auspica l’avvocato Vincenzo Blaga – ai coltivatori e a Minniti. Hanno tenuto in ordine aree per anni lasciate all’abbandono».