Milano, 13 maggio 2011 - Mini triplete, Tripletino. Chiamatelo un po’ come vi pare. L’Inter che ha centrato la finale di Coppa Italia ha in mente solo la coccarda, la quarta in sette anni e la settima di sempre. Dopo la Supercoppa Italiana e il Mondiale per Club, i nerazzurri il 29 maggio cercheranno il terzo trofeo stagionale. Un obiettivo da centrare per due ragioni valide: non perdere l’abitudine al successo e regalare la prima gioia vera a Leonardo.

Il verdeoro - mefaforicamente parlando - nella sua carriera da tecnico ha saputo mettere in bacheca qualche vittoria parziale - la trasferta all’Allianz Arena è stata la sua Alpe d’Huez -, ma mai nessuna corsa a tappe. E se la Champions League può essere paragonata al Tour de France, e il campionato al Giro o alla Vuelta, a Leonardo non resta che accontantarsi della Tirreno-Adriatico. Un piccolo giro, palestra per il futuro.

 

Note dolenti. Dal campo. Maicon è stato fermato dal giudice sportivo per l’ammonizione rimediata negli ultimi minuti della semifinale: nella finale di Roma sarà spettatore non pagante. Stato emotivo. Per un Eto’o che non ha mai smesso di trovare la via del gol, chi sembra averla smarrita come stregato da una maledione fiabesca è Diego Alberto Milito. Subentrato a Pazzini nella ripresa, l’argentino si è mosso bene e ha avuto una ghiotta occasione - dopo aver fatto sedere, come nelle migliori occasioni, Burdisso -: il molle tiro che è partito dal suo piatto sinistro è l’emblematica immagine una stagione negativa. Tanti problemi fisici, poca continuità nel rendimento. Dodici mesi fa non ci sarebbe stata discussione sull’esito della conclusione. Il Principe sembra aver perso la coroncina.

Il Delfino che avanza. Pazzini invece ha lottato per costruirsi l’opportunità di segnare e - stremato - è stato beffato solo dal riflesso di Doni. Il Principe, il Delfino. Una staffetta continua. Nella trasferta di Napoli potrebbe essere il Pazzo da Pescia a partire nuovamente titolare.

 

Note liete. Dal campo. Il Palermo in finale dovrà rinunciare a Bovo e Bacinovic, titolari fissi nello schieramento di Rossi. L’altra novella felice di giornata riguarda Ranocchia. «Ora sto bene, il ginocchio sta bene». Andrea Ranocchia lancia un messaggio a tutti i tifosi preoccupati per le condizioni della sua cartilagine: «Sono due settimane che non mi dà più fastidio. Sembra tornato tutto a posto». L’intervento - che fino a Marzo sembrava inevitabile - sembra ora scongiurato. Il giovane centrale guarda già al futuro: «Lo Scudetto al Milan? Ci rifaremo il prossimo anno». Un’ascia di guerra che non sarà mai sepolta.

Lunedì prossimo sarà una data importante per Ranocchia che ritirerà il premio ‘Armando Picchi’ come miglior difensore Under23: «Sono davvero onorato di vincere questo premio, essere accostato a una grande persona come Picchi, oltre che a un grande giocatore quale è stato, mi inorgoglisce». Ora non resta che imitarlo anche nel palmares.