Milano, 26 aprile 2016 - Pacchi a centinaia. Otto su dieci, pieni di confezioni con varianti esotiche delle “pillole blu” contro l’impotenza. Pasticche a gogò di improbabili viagra, ma anche prodotti per la cura dell’obesità o la calvizie. Alla sola frontiera doganale di Linate finiscono sotto sequestro almeno 200 o 300 pacchi di medicinali ogni mese. Farmaci che provengono dall’estero, acquistati online senza ricetta da consumatori sparsi lungo tutta la Penisola, molti milanesi.
E quelle che la polizia doganale blocca a campione, sono solo una piccola parte delle confezioni che transitano quotidianamente. Perché gli italiani, osservano gli addetti ai lavori, evidentemente si fidano del web. E così, piuttosto che entrare in farmacia a chiedere le famose pasticche blu pagandole care, preferiscono mettersi davanti al computer e scegliere qualcuna delle varianti del sildenafil (il farmaco generico del viagra) risparmiando decisamente sui costi. Ed ecco spiegati gli arrivi giornalieri di pacchi e pacchetti con confezioni da dieci a cento pastiglie di ogni genere e tipo.
Vengono da lontano, soprattutto da paesi d’Oriente come India, Singapore, Cina, ma anche dall’Africa nera, dove il Kenya riscuote in Rete un discreto successo tra i consumatori italiani. Tutto ciò è legale solo a determinate condizioni, anche se forse chi ordina le pasticche su Internet non lo sa. La legge in effetti non vieta il semplice acquisto di medicinali all’estero anche online (ovviamente a rischio e pericolo di chi decida di fidarsi). È però reato l’acquisto di farmaci finalizzato a distribuzione o vendita. Ed ecco perché l’attenzione della polizia doganale finisce per concentrarsi soprattutto sui pacchi più grandi, quelli per i quali è più difficile ipotizzare l’uso personale. I verbali dei sequestri finiscono poi in Procura, dove il magistrato di turno apre un fascicolo di indagine o qualche volta archivia. Perché è vero che gli articoli di un decreto legislativo del 2006 puniscono chiunque importi medicinali senza autorizzazione dell’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) con l’arresto da sei mesi ad un anno e ammenda fino a 100.000 euro. Ma a rischiare di più, grazie a una giurisprudenza benevola nei confronti del semplice consumatore, sono gli importatori “professionali” di questi farmaci, pronti magari a distribuire le pastiglie contro l’obesità a palestre senza scrupoli o a far finire i viagra orientali sul mercato nero delle pilloline. Tanto, difficilmente qualcuno si lamenterà per gli effetti insoddisfacenti.