Monza, 6 gennaio 2016 - La pioggia ci ha salvati. Grazie al tempo instabile, che, come rende noto l’Arpa, "ha consentito condizioni favorevoli alla dispersione degli inquinanti", la concentrazione di polveri sottili è scesa sotto il valore limite giornaliero di 50 microgrammi il metro cubo, arrivando nella Provincia di Monza a quota 42. Ma quanto durerà? "Ora che pioggia e nevischio hanno attenuato un po’ lo smog, è il momento di parlare seriamente di iniziative concrete". Ad aprire il dibattito è l’associazione HQMonza-Comitato San Fruttuoso 2000, già in prima fila a sostegno della metropolitana.
Lo fa lanciando un decalogo di iniziative antismog, che spaziano dal contenimento del riscaldamento nelle scuole al verde mangiasmog, dal piano territoriale degli orari fino a incentivi alle caldaie ecologiche, agli asfalti mangiasmog, al lavaggio delle strade e alle vernici fotocatalitiche, fino a interventi strutturali sul trasporto pubblico, metropolitana in testa. "Monza è additata come la città più inquinata d’Italia - ricorda il comitato -. Abbiamo quindi il dovere, oltre che l’interesse, di dimostrare che questo primato non ci sta affatto bene e che ci impegniamo seriamente per contrastarlo". Le proposte si ispirano alle esperienze più utili di altre città in Europa, nelle quali lo smog è stato ridotto stabilmente. "Alcuni interventi richiedono lo sviluppo di piani pluriennali o fondi extra per attività sperimentali - riconosce il comitato -. Ma lo smog va affrontato esattamente così".
Anzitutto con iniziative a costo zero, limitando gli sprechi del riscaldamento negli edifici pubblici, ma anche avviando un Piano territoriale degli orari, concordando con le aziende una articolazione dei tempi di ingresso e uscita dal lavoro che riducano la concentrazione nelle classiche ore di punta. Il risultato: meno traffico, minori tempi di percorrenza, meno inquinamento. "Nel 2007 il Comune di Monza ha avviato il Piano, ottenendo dalla Regione un contributo di 50mila euro. Che fine ha fatto?", chiede il comitato. Ci sono poi soluzioni tecniche modernissime, che vanno dagli asfalti antismog alle vernici fotocatalitiche, da abbinare al ripristino di vecchie e sane abitudini come il lavaggio strade con acqua, eliminato da anni a Monza ma ripristinato a Milano.
Un ruolo importante arriva poi dagli alberi, veri e propri mangiasmog: Monza ne dovrebbe piantare mille ogni anno, uno per ogni neonato. Città maglia nera anche per le caldaie: oltre agli sconti fiscali nazionali, ci vorrebbe una intensa campagna di promozione locale, con ulteriori incentivi per chi decide di installare un impianto in classe A. Occorre poi migliorare la rete di trasporto pubblico locale, poco efficiente e con fasce orarie nelle quali i bus viaggiano praticamente vuoti. Oggi un autobus pubblico del tipo usato a Monza genera smog come 43-78 autovetture (a seconda del modello e dell’età), meglio quindi puntare su bus elettrici. Infine la metropolitana, l’intervento più atteso ma anche più costoso: per il comitato occorre fare di più.