Monza, 31 gennaio 2016 - Una vita dedicata al verde, all’ambiente e alla pace. Roberto Albanese, ‘Nik’ per gli amici, 65 anni, volto storico dell’ecologismo brianzolo e lombardo, è morto all’improvviso ieri mattina.Invano i familiari hanno chiamato i soccorsi. Ogni tentativo di rianimarlo è stato inutile. Era reduce da un brutto incidente lungo il Lambro, nel corso del quale si era fratturato una caviglia, scivolando mentre cercava di scattare qualche fotografia."Il mio amico Lambro questa volta mi ha fatto un brutto scherzo", ci aveva raccontato al telefono, costretto per un po’ all’immobilità. Poi l’operazione, la convalescenza e la morte improvvisa per un malore.
Albanese è stato uno dei pionieri dell’ecopacifismo, tra i fondatori dei Verdi italiani e tra i promotori del Parco della Valle del Lambro. È stato anche consigliere regionale, per tentare poi di portare gli ecologisti civici nei municipi di Monza e di Como, dove è stato candidato sindaco nel 2012. Nel 2003 aveva fondato GreenMan, istituto per la democrazia partecipativa e la cittadinanza europea, nato da lui e da un gruppo di cittadini ecopacifisti e di operatori del settore delle attività internazionali residenti a Monza e in Brianza.
Amava il Lambro, al quale ha dedicato numerosi progetti di educazione ambientale, oltre ad essere stato in prima linea nelle denunce contro il disastro della Lombarda Petroli. Ora stava lavorando a un progetto per la commemorazione del primo bombardamento su Monza durante la Grande Guerra. "Dovevamo incontrarci proprio oggi (ieri per chi legge, ndr) per preparare uno spettacolo per la sagra di San Giovanni - racconta Attilio Tagliabue, da tempo al suo fianco nelle battaglie ecologiste -. Monza perde una persona importante che amava la Brianza. Aveva tanti interessi e aspetti curiosi, aveva fatto una raccolta di canzoni monzesi e lissonesi e sapeva tutto sui santi. Aveva una profonda religiosità interiore».
Fra le tante iniziative, la diffusione della conoscenza di Teodoro Moneta, Nobel per la Pace, la nascita del Roseto della Pace a San Biagio, i progetti sulle donne di pace. Un’idea recente: il pane della pace, coinvolgendo tutti i panificatori monzesi in occasione del 14 febbraio, quando "Monza città per la pace" avrebbe dovuto fermarsi a ricordare il primo bombardamento con mostre e convegni. Un uomo che non si fermava mai. Instancabile, amava camminare e girava il mondo per documentarsi. "È una grossa mancanza", conclude Tagliabue. I funerali si svolgeranno domani alle 15 alla chiesa Cristo Re di Sovico (piazza Arturo Riva, 2) e saranno preceduti dal Rosario alle 14.30.
di MONICA GUZZI