DARIO CRIPPA
Cronaca

Monza Calcio, Pea assolto dal calcioscommesse: io, rovinato

L'ex allenatore: "Mi hanno fregato, ma la verità è emersa. Però l'ho pagata cara"

Mister Fulvio Pea

Mister Fulvio Pea

Monza, 3 febbraio 2016 - "Mi hanno fregato pesantemente e l’ho pagata cara, ma alla fine la verità è emersa". Fulvio Pea, ex allenatore del Monza, lunedì è uscito completamente pulito da una delle pagine più nere del calcio brianzolo. La sua società dell’epoca, invece, no. Senza stipendi per tutto l’anno, senza pasti, costretti a farsi ospitare da ristoratori impietositi o a farsi pagare le trasferte dai tifosi. Persino senza medico, garze e cerotti. In questo marasma, Pea è stato di fatto il capitano di una nave che imbarcava acqua da tutte le parti, costretta a cambiare oltre 70 giocatori. Fino a quando a un certo punto i dirigenti rimasti hanno tentato di vendere le partite e a mister Pea è stato imputato di non aver denunciato tutto alla Giustizia Sportiva, pur avendo rifiutato le combine. E invece no. Ora il Tribunale «proscioglie Pea in quanto completamente estraneo ai fatti». «La mia soddisfazione è aver chiuso nel migliore dei modi la mia storia a Monza. Ero stupito delle accuse». La Procura federale aveva chiesto la sua squalifica per 6 mesi. «Eppure il mondo del calcio, da 28 anni, conosce la mia filosofia: per me al primo posto ci sono sempre state onestà e correttezza, a me nessuno ha mai osato neppure avvicinarsi. Non mi interessa che mi giudichino un buon allenatore, preferisco che si sappia che sono una persona leale e corretta». Possibile che non si fosse accorto di cosa accadeva in quella società? «Ho fatto quadrato attorno alla squadra per tenerla al riparo. Non vedevo o frequentavo dirigenti, anche se a posteriori capisco perché da subito mi avessero messo in discussione e volessero sostituirmi. Sono orgoglioso di aver salvato quella squadra sul campo...». Reduce dalla serie B, Pea era stato convinto a scendere in Lega Pro dalle sirene dell’allora presidente Anthony Emery Armstrong, rivelatosi poi un truffatore e costretto a fuggire inseguito da polizia brasiliana e creditori. «Mi offrì tre volte la panchina del Monza, e cedetti all’ultimo tentativo, quando mi invitò a Montecarlo e mi offrì 16mila euro al mese di stipendio... alla fine incassai solo mezza mensilità e mi sono ritrovato a pagare tante volte pasta e bresaola per i giocatori». Quest’anno allenava la Cremonese, ma di recente l’hanno esonerata. I maligni lo imputano anche al pericolo che fosse squalificato. «Preferisco pensare di essere stato cacciato per le ultime 7 gare senza vittorie. Comunque, la situazione giudiziaria ha pesato mentalmente tantissimo sul sottoscritto».