Lentate sul Seveso (Monza e Brianza), 2 febbraio 2016 - "I dati non fanno che avvalorare ciò che noi diciamo da almeno tre anni. Ora occorre agire: visto che non lo fa la Regione, chiederemo di ascoltarci al ministro Delrio". Rosella Rivolta, sindaco in trincea di Lentate sul Seveso, Comune a cavallo fra la tratta B1 di Pedemontana inaugurata a novembre e la futura B2 ancora in attesa di finanziamento, non intende mollare. Gli scenari catastrofici per il traffico locale individuati dallo studio sugli effetti di Pedemontana presentato in Provincia la scorsa settimana, dicono che non si può più aspettare. Solo nel suo piccolo paese, il dossier realizzato per conto delle Province di Monza e Como e di dieci comuni di confine dagli esperti dello studio Meta di Monza ha stimato con l’apertura della tratta B1 (Lomazzo-Lentate) un incremento del 36 per cento del traffico diretto verso Milano.
E con l’arrivo della tratta B2 il traffico in fuga dall’autostrada a causa dei suoi pedaggi alle stelle potrebbe arrivare al + 110 per cento in strade locali come via Santa Maria. "Il traffico va a riversarsi a macchia di leopardo sulla viabilità locale - ricorda il sindaco -. Il tema principale è quello dei pedaggiamenti, che hanno ricadute più o meno pesanti sul traffico locale a seconda di come vengono modulati". Le simulazioni dimostrano infatti che davanti alle tariffe più care d’Italia gli automobilisti fuggono da Pedemontana, che resta utilizzata solo dai bisonti della strada.
"Questo studio avvalora ancora di più tutti i ragionamenti fatti sulla necessità di anticipare le opere legate alla viabilità sovracomunale - continua Rosella Rivolta -. Chi anche davanti a questi dati continua a tenere gli occhi chiusi deve poi assumersene la responsabilità con i cittadini. Ci hanno promesso 11,2 milioni di euro sui 60 previsti per anticipare le opere più urgenti, ma non sappiamo ancora se questi soldi arriveranno. E non sappiamo ancora nulla sul finanziamento dei prossimi cantieri". Nel mirino dei sindaci della tratta B2, soprattutto Pedemontana e Regione. "Continuiamo a chiedere tavoli di lavoro, ma visto che la Regione non ci ascolta stiamo cercando di ottenere un incontro con il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio - conclude il sindaco di Lentate -. Parallelamente partirà un’azione legale".
I Comuni di Cesano Maderno, Barlassina, Lentate, Meda e Seveso hanno infatti dato mandato all’avvocato Claudio Colombo di studiare un ricorso al Tar contro Concessioni autostradali lombarde, Autostrada Pedemontana, Regione e Ministero. Sotto accusa, il mancato adempimento dell’accordo di programma stipulato nel 2007 e le sue successive modifiche, che prevedeva la realizzazione dell’opera nella sua interezza e fissava l’avvio dei lavori nel 2012 con l’apertura al traffico dell’ultima tratta il 1° gennaio 2016. Nel mirino, la decisione di aprire al traffico la tratta B1 senza iniziare i lavori in quelle successive (B2, C e D) e senza realizzare le previste opere viabilistiche compensative, oggi più che mai necessarie se si vuole evitare la paralisi. A pagare il prezzo più alto è il traffico sulla Milano-Meda, già satura soprattutto in direzione sud, con 96.900 veicoli al giorno a Varedo, secondo le indicazioni del dossier Meta.
"È indispensabile un potenziamento della Milano-Meda verso Milano", dice il sindaco di Seveso, Paolo Butti, che proprio ieri sera ha organizzato nel suo Comune un incontro pubblico sui temi più scottanti legati all’arrivo di Pedemontana: i risultati dello studio sul traffico, la causa legale in via di preparazione e il Piano di caratterizzazione: i sondaggi nel sottosuolo contaminato dalla diossina previsti a gennaio sono già al palo. "Questo la dice lunga sulle insicurezze della Regione - aggiunge Butti -. Se non si fa la riqualificazione della Milano-Meda oltre Bovisio verso Milano non si sblocca il tappo. Noi non ci mettiamo per traverso a Pedemontana, ma se le condizioni non ci sono bisogna sedersi attorno a un tavolo e ridiscuterne. Non vogliamo metterci contro la Regione, ma vogliamo essere ascoltati". Il ricorso al Tar, spiega il sindaco di Seveso, può essere un modo per riaprire il confronto.
Il problema per il territorio è capire dove si sta andando. A gennaio era prevista la campagna di prelievi di campioni del sottosuolo contaminato dalla diossina per verificare il tracciato della B2 e scongiurare l’ipotesi di un pericoloso rimescolamento dei veleni nell’aria. "Ma in realtà non sono iniziate nemmeno le caratterizzazioni", denuncia Butti riferendosi allo stop dei lavori. Di qui l’idea dei sindaci di cercare un interlocutore più in alto rispetto alla Regione e provare a bussare a Roma. "Stiamo cercando di avere un incontro con il ministro Delrio per manifestargli queste criticità. Sarebbe in ogni caso utile per capire la reale situazione di fatto - conclude il sindaco -. Al ministro vogliamo chiedere di ripensare l’opera e di contingentare i tempi. La Brianza non si può permettere di avere sul suo territorio una Salerno-Reggio Calabria".
di MONICA GUZZI