Monza, 27 settembre 2015 - Bisognerà ancora aspettare: il futuro finanziario di Pedemontana resta un’incognita. La gara per la ricerca di banche disponibili a finanziare il progetto dell’autostrada, arrivato alle porte della Brianza con la tratta B1 da Lomazzo a Lentate sul Seveso, è scaduta senza che qualcuno si sia fatto avanti, ed è stata prorogata.
In sostanza, i soldi per proseguire l’opera con i lotti brianzoli, B2, C ed eventualmente D (la tratta del Vimercatese), continuano a mancare.
In Regione, dopo le rassicurazioni al nostro giornale sulla volontà di realizzare tutta l’opera da parte degli assessori Alessandro Sorte (Infrastrutture) e Fabrizio Sala (Expo), c’è ancora ottimismo. "Stiamo andando avanti come un treno - dice l’assessore brianzolo Fabrizio Sala -. So che la gara è stata prorogata e che c’è un’attività frenetica in Regione: tutta la presidenza e le infrastrutture stanno lavorando per questo".
Non resta che attendere. Il termine della gara era stato fissato a venerdì, ma la ricerca di nuovi finanziatori sembra più difficile del previsto. Nemmeno le banche già socie (Intesa, Ubi e Bcc) al momento si sono mostrate disponibili a subentrare al loro stesso prestito. E il tempo stringe: il 31 gennaio scade il debito di 200 milioni di euro, e per proseguire i lavori serve molto di più.
Pedemontana infatti costa 4 miliardi, che diventano 5 compresi gli oneri finanziari. In più c’è l’Iva, che da sola vale 800 milioni di euro e che va pagata anche se prima o poi viene restituita (col tempo sull’Iva da pagare nei decenni a venire, o cartolarizzandola).
Considerato che 1,2 miliardi sono contributi pubblici e che 800 milioni dovrebbero essere dei soci, mancano all’appello ancora 600 milioni di euro dei soci secondo il Pef 2014 di Pedemontana e 3 miliardi di finanziamenti bancari per l’investimento.
Se si stralcia o sospende la tratta D che collega la Brianza alla Bergamasca (il finanziamento previsto dal bando riguarda solo le tratte B2 e C ed eventualmente la tratta D del Vimercatese) si taglia un miliardo dal finanziamento, 200 dai soci e 200 milioni di Iva. Ciò significa che senza la tratta finale restano da recuperare 400 milioni dei soci, 600 milioni di finanziamento bancario per gli anticipi Iva e 2 miliardi di euro di finanziamento bancario per i lavori e i costi connessi (espropri e altro): in totale 3 miliardi.
Il clima però negli ultimi tre anni non è stato favorevole all’operazione, tanto da far andare a vuoto le diverse gare che hanno coinvolto il destino finanziario del mega-cantiere, da quelle per la cessione di Serravalle (considerata inappetibile proprio per il peso di Pedemontana), a quelle relative ai finanziamenti veri e propri.
Intanto a Lentate sul Seveso entro il 10 novembre verrà inaugurata la tratta B1 dell’autostrada, che entrerà direttamente sulla Milano-Meda, un’arteria che sulla carta sarebbe dovuta passare in carico proprio a Pedemontana ma che al momento resta nel limbo: l’ultimo passo è un atto di cessione dall’ex Provincia di Milano a quella di Monza, che non è mai stato perfezionato proprio in attesa dell’arrivo dell’autostrada.
La Provincia di Monza batte cassa in Regione: "Se prima non si mette in sicurezza la Milano-Meda, l’apertura della B1 resta un’operazione scellerata", protesta il presidente della Provincia Gigi Ponti, che a luglio aveva presentato anche un Piano B per il proseguimento dei lavori autostradali sul territorio, riducendone l’impatto ma soprattutto i costi di 1,3 miliardi.