Monza, 17 maggio 2013 - Il nuovo Monza è nato a Capocabana. Avete letto bene, sulla spiaggia più bella del mondo di Rio de Janeiro dove Clarence Seedorf e Anthony Armstrong Emery hanno festeggiato nello stesso locale il Capodanno. Tra un sorso di caipirinha e due note di samba, la chiacchierata tra i due è scivolata sul calcio. Da cosa nasce cosa. Lui campione indiscusso del calcio intercontinentale, stella del Botafogo e desideroso di liberarsi di quello che oramai era un fardello che portava solo debiti e preoccupazioni; lui imprenditore in ascesa con la più grande azienda di ingegneria civile con fatturati a tanti zeri, 1.500 dipendenti in tutto il mondo e relazioni strettissime col Governo per un progetto di social-housing. E con la passione del calcio (ha già una squadra in Brasile dove giocano i parenti di Seedorf, ovviamente).
“Con Clarence i rapporti sono molto buoni” ha detto Armstrong durante la conferenza stampa di presentazione al Brianteo, dopo la firma di tutti i documenti che attestano il passaggio delle quote alla sua nuova società creata ad hoc, la Lucky Seven. Sette come i gol segnati dal Monza domenica al Fano. Costo dell’operazione? Zero. Ma tutti i debiti pregressi sono a carico del magnate anglo-brasiliano. “È stata una trattativa difficile, ci sono stati momenti critici, ma io sono un combattente, non mollo e adesso sono felice di essere il proprietario del Monza”.
Proprietario unico, non vuole soci, ma si dice disposto a stringere contatti col tessuto sociale e imprenditoriale brianzolo. Il suo è un progetto ambizioso. A tratti sfarzoso. Non ha parlato di serie A o B (ma vuole subito vincere i playoff) però le sue idee sono chiare. “Il primo obiettivo è riportare la società in uno stato di buona salute finanziaria. Una volta raggiunto lavoreremo alla valorizzazione del settore giovanile e alla creazione di un ponte col Brasile dove ho un’altra squadra. Penso ad una serie di scambi non solo di carattere tecnico, ma anche culturale”. Per il Monzello ha già incaricato i suoi tecnici per un’opera di riqualificazione (“Non deve servire solo per gli allenamenti”), lo stesso dicasi per lo stadio Brianteo che “dovrà essere aperto tutta la settimana e non solo la domenica per la partita.
Necessita di qualche ritocco e potrà venire utile per tutte le società sportive della città”. Ma perché proprio Monza? “Monza è un marchio conosciuto in tutto il mondo, strategicamente è in una posizione importante ed è vicinissima a Milano”. Dove, tra qualche mese, aprirà gli uffici del suo gruppo industriale. Conferme per Gianluca Andrissi nel ruolo di direttore tecnico e di Maurizio Prada come amministratore unico. A breve parlerà anche con Tonino Asta, “ma è una scelta che spetterà a lui”. La piazza è in fermento. Il magnate piace, e tanto. Ci sa fare con la gente e coi tifosi. Staremo a vedere.
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