Desio, 26 ottobre 2010 - Si faceva chiamare Vanessa. Forse perché il vero nome, Angelica, era troppo tenero per un ruolo come il suo. Già, perché la ragazza, 29 anni appena compiuti, nata e cresciuta a Desio, oltre ad essere la compagna di Domenico Pio - il responsabile delle estorsioni della "Locale" di Desio - ne era anche complice, prima, e vicaria, dopo l’arresto del 64enne. Era lei, Angelica Riggio, minuta e con i capelli scuri raccolti, trasandata nel look, che andava a riscuotere tutti i crediti che il compagno, da luglio detenuto nel carcere di Saluzzo, vantava nei confronti delle vittime, in Brianza e non solo. Come se nulla fosse successo. Una donna che da "Mimmo" aveva appreso bene il mestiere, visto che sapeva usare uguale aggressività, nelle minacce.
 

 

Con una forte capacità di persuasione, che derivava sempre e comunque dall’essere inviata sul campo proprio dal temutissimo Domenico Pio (a una vittima, la donna manda un sms avvertendola che a settembre sarebbe tornato in libertà): da lui continuava a prendere indicazioni, ad esempio durante la sua visita in carcere del 26 luglio, quando il compagno le disse di ordinare a due sorelle vittime di estorsione di dire ai carabinieri, se chiamate a testimoniare, di conoscerlo solo per delle auto acquistate da lui e non per altro. E Angelica non si tirava indietro nemmeno quando c’era da alzare le mani, visto che gli inquirenti hanno accertato almeno un paio di occasioni in cui ha schiaffeggiato violentemente cattivi pagatori. Come in luglio di quest’anno, quando in una trattoria di Mornico al Serio (Bergamo) fu lei, arrivata insieme a Mimmo, a schiaffeggiare il figlio della titolare, indietro con le cambiali (un prestito di 6mila euro che in tre mesi doveva essere ricompensato da 11.400 euro).

 

Trattoria dove più volte erano soliti fermarsi a mangiare, senza poi pagare il conto. Angelica Riggio, al momento, deve rispondere dell’accusa di usura (mentre non ci sono elementi che comprovino la sua affiliazione alla ‘ndrina cittadina): durante la perquisizione nell’abitazione dei due i carabinieri hanno trovato un numero di titoli di credito "francamente impressionante", alcuni dei quali intestati proprio alla Riggio.

 

In una occasione - è sottolineato nell’ordinanza - si presenta da una vittima, dopo l’arresto del compagno, per riscuotere gli interessi usurari "come se nulla fosse accaduto, intimidendo nuovamente la vittima e presentandosi come nuovo interlocutore in attesa del ritorno di Pio Domenico". La stessa donna è coinvolta in numerosi altri episodi estorsivi ancora in fase di accertamento. Era lei a tenere la contabilità dei crediti, già prima dell’arresto dell’amato. Ma non solo: a lei Pio Domenico intestava fittiziamente dei beni, come un immobile di Misinto di proprietà di due vittime di usura. Dal 2002 al 2008, la Riggio aveva sempre dichiarato al fisco di essere nullatenente, nel solo 2005 aveva dichiarato un imponibile di 649 euro.
Per lei la custodia cautelare in carcere è stata richiesta per il rischio di inquinamento delle prove e reiterazione dei reati: "Il suo ruolo - recita l’ordinanza - dopo la cattura del Mimmo Pio, nonostante la giovane età, è inquietante".