Vimercate, 26 gennaio 2012 - Non solo le tute blu. La crisi non guarda in faccia a nessuno. E colpisce ingegneri e fisici. Ricercatori altamente specializzati che nei laboratori dell’Alcatel Lucent di Vimercate studiano come far viaggiare in modo veloce le informazioni nei fasci delle fibre ottiche. Il colosso franco-americano delle telecomunicazioni vuole tagliare per la prima volta la ricerca in Italia. Il patrimonio di professionalità, saperi e conoscenze lasciato in eredità dalla Telettra, la creatura dell’ingegnere Virgilio Floriani, rischia di prendere il volo e finire in Nord America e in India. Una smobilitazione in piena regola.
«Il clima in azienda è pesante», dice Adriana Geppert, che ha vissuto da dipendente tutte le vicissitudini dell’azienda di via Trento: «Fino a poco tempo fa, come delegati sindacati denunciavamo il pericolo di tagli occupazionali. Ma la realtà ha superato tutte le previsioni più negative. Ci troviamo a fare i conti con 490 esuberi, 400 nella sola sede di Vimercate». L’annuncio dei licenziamenti, tre giorni fa al minisitero dello Sviluppo economico, è un punto di rottura. Forse di non ritorno. «L’Italia è, insieme al Belgio, la nazione più colpita», sottolinea Gigi Redaelli, alla guida della Fim Brianza.
La multinazionale ha deciso di sacrificare la ricerca italiana. Conta di risparmiare in questo modo 500 milioni di euro nel 2012. A tutto svantaggio di Vimercate, il quartiere generale di Alcatel Lucent in Italia: 1.250 dipendenti, più di 600 dei quali impiegati nei laboratori di Optics. Quanto di meglio cioè offre l’Europea in fatto di fibre ottiche. Proprio qui si progettano le future autostrade dell’informazione. Attività che ora l’azienda vuole portare all’estero. Ci sono 360 ricercatori di troppo. Il resto dei tagli riguardano commerciale (65), logistica (25), produzione (25), finanza, marketing e comunicazione (15). «L’azienda non rinnoverà più 200 contratti a termine a Trieste - ricorda Claudio Cerri, segretario della Fiom Brianza - In tutto i posti di lavoro a rischio sono 700».
I sindacati metalmeccanici della Brianza non ci stanno. E si preparano a un nuova battaglia, l’ennesima nella martoriata Brianza valley, un distretto tecnologico che dà lavoro a 12.000 persone. «Questo piano è il disimpegno della multinazionale dal nostro Paese - taglia corto Redaelli -. Non possiamo accettare di perdere dei laboratori, fino a ieri considerati strategici, senza che vengano assegnate nuove attività di ricerca e sviluppo ai team del nostro Paese. Ci sono competenze, conoscenze, basso costo del lavoro e flessibilità per poter sviluppare dei nuovi prodotti«.
Giacomo Piccini, direttore del Distretto Hi-Tech Brianza, creato per rilanciare, la Brianza Valley, denuncia anche l’assenza di politiche adeguate: «Alcatel, come Cisco, pagano i ritardi nello sviluppo della banda ultra-larga. Un progetto che potrebbe rivitalizzare il settore delle telecomunicazioni. Gli 800 milioni promessi dal governo Berlusconi sono rimasti bloccati. Eppure si tratta di un investimento necessario. A Singapore presto tutti potranno accedere a Internet alla velocità di 2 gigabyte e in Cina le grandi città navigheranno a 1 gigabyte. Noi oggi viaggiano a 7 megabyte, bisognerebbe almeno puntare ai 100 megabyte, che pure sono un decimo della velocità della rete cinese».
È preoccupato il sindaco Vimercate Paolo Brambilla: «Alcatel Lucent è un patrimonio da difendere. Solo pochi mesi fa abbiamo autorizzato la costruzione della nuova sede qui a Vimercate. Cosa è cambiato in così poco tempo?». Il Vimercatese paga anche la mancanza di servizi come la metropolitana. Ma lo Stato non trova 500 milioni di euro per collegare la Silicon valley al capoluogo lombardo.
© Riproduzione riservata