Milano, 14 febbraio 2012 - Sit-in dei lavoratori Alcatel Lucent di Vimercate e dei sindacati davanti al Pirellone. Moltissime persone, tra cui tanti ricercatori in camice bianco, stanno manifestando per chiedere un intervento per salvare l’azienda. Sono infatti 490 gli esuberi annunciati dall'azienda con sede nella ex Silcion Valley brianzola.
“Alla multinazionale chiediamo di mantenere la sede nel nostro territorio - spiegano - e alla Regione di tener conto delle nostre competenze e professionalità ad esempio nell’ambito del progetto della banda larga e ultra larga”. Una rappresentanza dei lavoratori è stata poi ricevuta da una delegazione di consiglieri regionali, guidata da Davide Boni e dal Vicepresidente Sara Valmaggi.
Tutti gli esponenti sindacali hanno precisato che si tratta di una congiuntura grave non solo per le sue implicazioni occupazionali, ma soprattutto per il significato di prospettiva che assume. L’azienda infatti non è affatto in crisi, è stato sottolineato, eppure sta trasferendo software e tecnologie verso gli Stati Uniti.
La delegazione ha chiesto quindi una presa di posizione della politica e dell’istituzione, che sia in grado di esercitare una pressione sulla multinazionale, per negoziarne la presenza sul territorio, con particolare riguardo al patrimonio tecnologico e di ricerca. I ricercatori in esubero sono 360 su 890, mentre si calcola che la perdita su tutto l’indotto sarebbe di circa 9000 posti di lavoro, se si conferma la strategia di disimpegno avviata.
I consiglieri Giulio Cavalli (Sel), Elisabetta Fatuzzo (Pensionati), Francesco Patitucci (IdV) Mario Barboni e Fabio Pizzul (Pd), hanno dichiarato il loro pieno sostegno alla vertenza. Enrico Brambilla (Pd) ha anche ricordato un’interrogazione su questi temi da lui già depositata nei giorni scorsi. All’incontro ha partecipato anche il consigliere Stefano Carugo (Pdl).
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