Monza, 20 febbraio 2012 - Il pm di Monza Emma Gambardella ha completato le indagini sullo sversamento di idrocarburi nel fiume Lambro, avvenuto il 22 febbraio del 2010, e che, dati alla mano, avrebbe provocato la presenza di "almeno 1.600 di tonnellate di gasolio e almeno 812 tonnellate di olio combustibile" sul letto del corso d'acqua.
Sono sei gli indagati, accusati a vario titolo di aver violato la norma sul pagamento delle accise, e di disastro, ipotesi contestata a quattro, tra cui gli amministratori dell’azienda di Villasanta, Giuseppe e Rinaldo Tagliabue.
Secondo quanto ricostruito dalle indagini, in sostanza, vi sarebbe stato un maggior volume di carburante in entrata e in uscita rispetto a quello ‘ufficiale’, con accise evase per circa 5 milioni di euro. Il disastro sarebbe stato provocato, sempre secondo l’accusa, per abbassare il livello di olio combustibile ancora presente perchè in sostanza si avvicinasse a quello che risultava dalla contabilità ufficiale.
Secondo il capo di imputazione i quattro ai quali è contestato il reato "hanno finto di coordinare i soccorsi e davano ordine agli operai intervenuti di versare l’acqua sugli idrocarburi presenti sul terreno con lo scopo di aumentare i quantitativi del prodotto disperso e far perdere le tracce degli ammanchi (..) così causando la tracimazione del prodotto".
Nelle carte si parla di "inquinamento ambientale delle acque e delle coste con morie di pesci, molluschi e uccelli".
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