Vimercate, 17 giugno 2012 - "Cervello inutile", "Superingegnere da buttare via", "Ricercatore senza un domani". T-shirt gialla, sdraiati a terra a pancia in giù, un ultimo messaggio consegnato ad un foglio di carta A4 tenuto tra le mani, ieri pomeriggio i dipendenti dell’Alcatel Lucent si sono finti morti nel centro di Vimercate. Una ventina di persone alle 17.30 hanno effettuato un flash-mob, una protesta teatrale, sulla via Vittorio Emanuele e in piazza Roma. L’hanno organizzata per dire a tutti che loro, i 'Baggio e i Maradona' della ricerca nella fibra ottica, non vogliono essere sacrificati alla dura logica economica. Quella secondo cui la multinazionale franco-americana deve ridurre i costi di 500 milioni di euro nel 2012.
È vero che i tagli annunciati a febbraio nel frattempo sono scesi da 490 a 245. Ma i 1.200 dipendenti di Vimercate pretendono i contratti di solidarietà: "così nessuno dovrà lasciare l’azienda e non sarà minata alle fondamenta l’attività di ricerca". Mentre i manager di Alcatel Lucent hanno messo sul tavolo la cassa integrazione a zero ore per crisi aziendale: 12 mesi più altri 12. Alla fine dei quali gli 'esuberi' saranno ricollocati un po’ in altre attività interne e tutti gli altri fuori.
I diretti interessati però non ci stanno. E protestano. Prima sono andati a lavorare con le magliette gialle piene di slogan contro i tagli, poi hanno organizzato una festa in piazza. Ieri hanno dato vita a una nuova scenografica contestazione. Come prevede il copione di una flash- mob, il raduno è durato poco: solo 4 minuti. Il tempo di mettere sotto gli occhi di tutti la loro condizione.
L'appuntamento è stato organizzato su Internet, attraverso uno scambio di e-mail e sui social network. Puntuali alle cinque e mezzo in una ventina sono arrivati davanti al museo con indosso la t-shirt, diventata il simbolo della lotta dei 1.200 che da quattro mesi cercano di salvare i laboratori di Vimercate, considerato il distretto italiano (l’ultimo) della fibra ottica. "La nostra è una fabbrica delle idee che qualcuno vuole smantellare", dice Luigi Assi, uno di quelli che ieri hanno simulato la propria morte sulla via Vittorio Emanuele: "Non possiamo accettare che questo accada. Per il nostro futuro, certo, ma anche per il futuro delle telecomunicazioni in Italia e di tanti giovani universitari sbocchi professionali e saranno costretti ad emigrare all’estero".
Sdraiato a terra anche Angelo Stucchi, anche lui ricercatore nei laboratori di via Trento: "Lo facciamo per sensibilizzare la gente di Vimercate, una città a cui siamo molto legati. Lunedì sera molti di noi partiranno per Roma, dove martedì si terrà un nuovo incontro al ministero dello Sviluppo Economico. Abbiamo filmato la flash-mob. Questo, insieme ad altri video, servirà a fare un fim-documentario sulla storia della nostra lotta".
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