Desio, 30 gennaio 2013 - Ancora Lucrezia Ricchiuti. È del vicesindaco di Desio, ormai a due passi dal Senato, la pulce messa nell’orecchio dei carabinieri, che ha fatto scattare le indagini, sfociate ieri mattina nella perquisizione in Comune. È lei, infatti, delegata al Bilancio e alla Sicurezza, che da anni mette sotto la lente di ingrandimento ogni appalto pubblico e ogni importante atto amministrativo, dal Piano di governo del territorio ai piani attuativi, fino ai bilanci, del Comune o delle aziende municipalizzate.

«Stiamo solo facendo quello per cui siamo stati eletti - spiega il vicesindaco - cioè rispettare e far rispettare la legalità a 360 gradi, in ogni atto che si firma qui dentro. Il controllo e la verifica di ogni aspetto e passaggio dei vari procedimenti è necessario per accertarne la regolarità. Se ci sono dubbi è bene segnalarli, ed è quello che abbiamo fatto in quella che poi è diventata l’indagine dei carabinieri». Gli esponenti della giunta desiana si sono ritagliati il ruolo di «sentinelle», «mentre ad altri tocca fare gli investigatori». E nonostante i propositi dichiarati di mettere sotto i riflettori ogni atto, qualcuno a Palazzo avrebbe comunque tentato, con grande coraggio e sfrontatezza, di pilotare le operazioni a suo piacimento: «Non è una cosa sorprendente purtroppo - evidenzia Ricchiuti -. La corruzione in Italia è una triste consuetudine. Ci sono dati sempre più allarmanti su questo fronte, quindi non si può e non si deve mai abbassare la guardia». Ma qualcuno dall’altra parte della barricata non è completamente d’accordo: «Adesso è chiaro quanto i nostri amministratori siano vigili - è il commento di Mattia Costanza, consigliere comunale di opposizione per la lista civica Desio 2000 -. Arrivano sempre a fatto compiuto, quindi tardi. È ridicolo adesso prendersi i meriti della segnalazione, perché è evidente che prevenire è meglio che curare e in questo caso, a quanto pare, di prevenzione se ne è fatta poca». Di certo, l’indagine riaccende i riflettori sul problema della legalità anche all’interno della macchina comunale.

di Alessandro Crisafulli