Bovisio Masciago, 20 gennaio 2014 - «Il blocco dell’impianto di Paderno della Leganti Naturali rischia di metterci in ginocchio». È il grido d’allarme lanciato da Vittorio Ravera titolare della Elettroquadri di Bovisio. Una preoccupazione condivisa da una quarantina di imprese della Brianza e dell’hinterland milanese che hanno effettuato lavori alla Leganti Naturali e che aspettano i pagamenti per gli interventi svolti nell’impianto di Paderno finito nell’occhio del ciclone per le esalazioni maleodoranti.

«Noi abbiamo realizzato gli impianti elettrici e i pannelli che regolano l’alimentazione dei sistemi di automazione. La Leganti Naturali è un’azienda seria che conosciamo da anni. Si era impegnata nella riconversione del vecchio impianto di Paderno per trasformarlo in uno moderno, all’avanguardia. Vista la portata dell’investimento ci eravamo accordati per modalità di pagamento dilazionate, ma ora, da quando l’attività si è fermata, si sono bloccati anche i pagamenti», spiega Ravera che aggiunge: «Noi abbiamo effettuato lavori per centinaia di migliaia di euro. Una cifra ingente per un’azienda artigiana come la nostra che dà lavoro a una ventina di persone. Senza questi pagamenti saremmo messi in serie difficoltà. Il blocco dei pagamenti non è certo dovuto a un comportamento scorretto della Leganti Naturali, ma allo stop dell’impianto di Paderno che genera, come è evidente, una reazione a catena sui pagamenti alle imprese che hanno avuto in appalto i lavori all’interno dell’azienda di Paderno».

Un caso scoppiato nelle scorse settimane quando dalla Leganti sono partite esalazioni maleodoranti che hanno provocato la preoccupazione e le proteste dei residenti della zona del Villaggio Ambrosiano. Puzze sprigionatesi dalle 10mila tonnellate di scorie da inceneritore (arrivate dai forni di Brescia e di Silla) stoccate all’interno della Leganti Naturali. L’impianto che trasforma questi rifiuti in additivi per il cemento non è mai entrato in funzione. I miasimi sono partiti dal materiale stoccato e i rilievi effettuati da Arpa e Asl hanno attestato che non ci sono fumi tossici. Ma le preoccupazioni della popolazione restano anche se entro il 10 febbraio l’azienda realizzerà un nuovo sistema anti-esalazioni.

Sulla vicenda, per difendere gli interessi delle piccole imprese, si è mossa anche l’Unione artigiani che invita a non buttare «il bambino con l’acqua sporca». «Pur condividendo la necessità di dare assoluta priorità alla salute dei cittadini - spiega il segretario generale dell’Unione Artigiani, Marco Accornero -, dobbiamo però evidenziare anche il rischio che corrono almeno una quarantina di micro e piccole imprese artigiane che formano l’indotto della Leganti Naturali, per quasi 150 posti di lavoro messi a repentaglio».
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