Monza, 17 aprile 2014 - Un drink lo bevono praticamente tutti quando vanno al pub o in discoteca, ma le serate dei giovani brianzoli non si fermano lì. Così come non ci sono soltanto le bevande alcoliche ad accompagnare i divertimenti dei ragazzi, ma droghe e comportamenti sessuali a rischio non solo sono diffusi, ma sono anche abituali per circa la metà di coloro che vivono la movida nei locali della Brianza. I bicchieri consumati in un’uscita serale di giovani con meno di 35 anni sono molti più di uno, fino ad arrivare alle quelle che sono definite le abbuffate alcoliche, esperienze che più della metà dei ragazzi, in particolare i giovanissimi maschi, hanno almeno una volta al mese. E poi si fumano le canne, con il 78% degli under 35 che l’ha fatto almeno una volta e il 41% che continua ad assumere cannabis. Mentre, tra le altre droghe, è la cocaina a piacere di più durante le serate del divertimento targate Mb: un giovane su quattro l’ha provata e l’8,2% la consuma con frequenza, più dell’ecstasy, degli allucinogeni e della ketamina, mentre gli oppiacei restano relegati a una nicchia. E poi la sera ci si conosce, ma pochi ne conoscono i possibili rischi, tanto che il 56% dei giovani ha avuto almeno un rapporto sessuale non protetto durante l’ultimo anno e inoltre, tra loro, quasi il 70% non ha mai fatto in vita sua un test dell’Hiv o per altre malattie veneree.

A osservare, misurare ma, soprattutto, incontrare i giovani brianzoli durante le loro serate nei locali del divertimento sono da circa 15 anni gli operatori del progetto Smart, un lavoro definito di «prevenzione selettiva e riduzione dei rischi» svolto in Lombardia e che muove 7 equipe su camper attrezzati. Negli ultimi 15 mesi il camper Smart dedicato all’area di Monza e Brianza è passato fuori da una cinquantina tra i pub e le discoteche più frequentati della zona e ha incontrato 9.735 giovani tra i 16 e i 35 anni, chiedendo a ognuno informazioni anonime sui rispettivi approcci ad alcol, sostanze e sesso. E per ognuno è stato definito un profilo di rischio. I risultati, e le prospettive future, sono stati illustrati ieri in un incontro delle quattro realtà che realizzano il progetto Smart in Brianza solo grazie a contributi regionali saltuari: le cooperative Lotta contro l’emarginazione e Aeris, la onlus Comunità nuova e il consorzio Exit. E i profili di rischio emersi sono eloquenti: solo il 12,8% non rientra in nessun tipo di rischio, mentre all’opposto il 18,7%, pari a 1.728 giovani intervistati, ha comportamenti di rischio medio alto per tutte le tre tipologie di alcol, sostanze e sesso. In mezzo ci sono tutti gli altri, quindi il 70% dei ragazzi rientra in almeno una delle aree di rischio.

«Per noi non è stato importante sapere perché i giovani fanno certe azioni - spiega Rita Gallizzi, responsabile di Smart in Brianza -, ma interagire con loro perché questi comportamenti non recassero danno a loro stessi o agli altri. La finalità del progetto è la salute pubblica e degli individui». E dopo gli incontri con le equipe del camper Samrt «abbiamo avuto riscontri. Per esempio - conclude Rita Gallizzi -, il 60% dei giovani, dopo aver interagito con noi, ha detto che non avrebbe guidato dopo aver bevuto».